Province, la Cgil lancia l'allarme: da Giugno a rischio stipendi
Economia Lazio

Province, la Cgil lancia l'allarme: da Giugno a rischio stipendi

sabato 9 maggio, 2015

ROMA, 09 MAGGIO 2015 -  “C'è il forte rischio che da Giugno i dipendenti delle province non prendano più lo stipendio, visti i tagli della legge di stabilità e i ritardi, lo stallo, nel ricollocare gli esuberi derivanti dalla legge Delrio". A lanciare l'allarme è il responsabile Settori Pubblici della Cgil, Michele Gentile.[MORE]

L’articolo 1, comma 92, della legge 56/2014 infatti dispone: “con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’interno e del Ministro per gli affari regionali, di concerto con i Ministri per la semplificazione e la pubblica amministrazione e dell’economia e delle finanze, sono stabiliti, previa intesa in sede di Conferenza unificata, i criteri generali per l’individuazione dei beni e delle risorse finanziarie, umane, strumentali e organizzative connesse all’esercizio delle funzioni che devono essere trasferite, ai sensi dei commi da 85 a 97, dalle province agli enti subentranti, garantendo i rapporti di lavoro a tempo indeterminato in corso, nonchè quelli a tempo determinato in corso fino alla scadenza per essi prevista. In particolare, sono considerate le risorse finanziarie, già spettanti alle province ai sensi dell’articolo 119 della Costituzione, che devono essere trasferite agli enti subentranti per l’esercizio delle funzioni loro attribuite, dedotte quelle necessarie alle funzioni fondamentali e fatto salvo comunque quanto previsto dal comma 88”.

Tali disposizioni però pare non siano confermate dal disegno di legge di stabilità che, fuorviante rispetto al percorso delineato dalla legge 56/2014, impone alle province un taglio secco di 1 miliardo nel 2015, 2 miliardi nel 2016 e 3 miliardi nel 2017.
La legge di stabilità può contare, tra i tagli complessivi per 8 miliardi da qui al 2017 imposti a regioni ed enti locali, solo sulla recisione alle province come reale diminuzione della spesa. Le province, infatti, a differenza di regioni e comuni, non possono disporre di aumenti di imposte o addizionali locali.

Il pericolo per il sindacalista quindi è che da metà anno, o meglio dal prossimo mese, "in molte province non ci saranno più i soldi per pagare i dipendenti pubblici e nel frattempo non si è provveduto a ricollocare gli esuberi" derivanti dal superamento previsto dalla riforma Delrio.
"Un'operazione - aggiunge - che doveva partire a inizio anno e che è invece bloccata". Gentile punta il dito contro "l'inerzia del governo, le lentezze delle regioni e i tagli della legge di stabilità 2015". Il responsabile Settori Pubblici di Corso d'Italia elenca tutti i tasselli che ancora mancherebbero: "non sono uscite le tabelle di equiparazione", strumento base per effettuare i trasferimenti dei dipendenti pubblici, "non c'è il decreto sui criteri di mobilità, se le leggi regionali sono state varate non lo sono ancora tutti i procedimenti attuativi, restano i nodi sui centri per l'impiego e la polizia provinciale". 

Infine, non di certo per rilevanza, c’è da considerare il lapalissiano impatto di tutto ciò sulla corresponsione dei servizi ai cittadini da parte delle province, servizi che si ridurranno e per forza di cose non avranno più una certa qualità.


Luna Isabella

(foto da infooggi.it)


Autore
https://www.infooggi.it - Il Diritto Di Sapere

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