Processo No Tav: assolti dall'accusa di terrorismo. Cade il "Teorema Caselli"
Cronaca Piemonte

Processo No Tav: assolti dall'accusa di terrorismo. Cade il "Teorema Caselli"

mercoledì 17 dicembre, 2014

 TORINO, 17 DICEMBRE 2014 - Questa mattina poco dopo le 11:30 la Corte d'Assise di Torino presieduta dal giudice Pietro Capello ha assolto dall'accusa di attentato con finalità di terrorismo i 4 anarchici no tav arrestati il 9 dicembre del 2013 dalla digos di Torino in seguito agli attacchi al cantiere dell'alta velocità di Chiomonte.

I quattro imputati sono comunque stati condannati ad una pena di tre anni e mezzo di reclusione per gli altri capi d'accusa a loro contestati: danneggiamento, trasporto di armi e resistenza a pubblico ufficiale. Delle parti civili solo la società LTF ha ottenuto il diritto a un indennizzo, che è stato negato all’Avvocatura dello Stato e a un sindacato di polizia che si era costituito parte civile. I quattro imputati erano accusati di attentato con finalità terroristiche e atto di terrorismo con esplosivi: i pm contestavano anche l’aggravante dell’articolo “270 sexies” del codice penale.  [MORE]


Questa sentenza rappresenta una netta sconfitta della linea accusatoria dei PM Rinaudo e Padalino, che avevano chiesto una condanna a 9 anni e mezzo di carcere, nonché dell'intera ricostruzione degli avvenimenti verificatisi la notte tra il 13 e il 14 maggio 2012. La decisione di ricorrere all'accusa di terrorismo era stata ispirata dall'allora procuratore generale Giancarlo Caselli che aveva parlato delle violenze di Chiomonte come di “una vera propria azione paramilitare di venti persone divise in gruppi coordinati da un comando unificato che hanno preso di mira lavoratori, operai e forze dell’ordine lanciando di tutto, dalle pietre alle bombe carta. Un’azione che secondo il Gip aveva in fatto e in diritto una finalità di terrorismo.”

La sentenza di questa mattina ha di fatto rigettato tale teorema aprendo nuovi scenari per i processi che vedono imputati altri esponenti No Tav coinvolti in numerosi blitz contro strutture e macchinari dei cantieri in Val Susa. Anche la Cassazione aveva dubitato di quest’accusa tanto che a maggio, chiamata a valutare la decisione del tribunale del riesame, che aveva confermato l'accusa, aveva precisato che "ci deve essere grave danno per un Paese o un'organizzazione nazionale" e "una apprezzabile possibilità di rinuncia da parte dello Stato alla prosecuzione”.


Arrestati e detenuti in isolamento, Alberto, Blasi, Zanotti e Zenobi hanno sempre rivendicato la loro partecipazione all'attacco al cantiere, respingendo contemporaneamente con fermezza l’accusa di terrorismo.
Al termine della lettura del dispositivo dagli anarchici e no tav presenti tra il pubblico dell'aula si sono alzate grida di gioia e soddisfazione per la sentenza.

Prima di lasciare la cella dell’aula bunker, i quattro hanno stretto le mani dell’avvocato Claudio Novaro che si è detto soddisfatto e rincuorato. "L’accusa di terrorismo era manifestamente infondata. È una vittoria su tutta la linea" ha poi detto Novaro "Era la pena che auspicavamo. Avevo detto ai miei clienti che sotto i 4 anni sarebbe stata una vittoria".

(Foto da www.tempi.it)

Maurizio Albavera


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