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NAPOLI, 21 FEBBRAIO - Dopo una settimana di veleni per l’affaire sputo-Lavezzi e dopo le fatiche infrasettimanali di Coppa, il Napoli torno a difendere il suo secondo posto in Campionato sul campo. Lo fa di sera, di fronte al pubblico di casa, contro un avversario insidioso, come qualsiasi squadra invischiata nella lotta per non retrocedere.
Il nuovo Catania di Simeone viene al San Paolo con l’obiettivo di frenare la corsa degli Azzurri, che però ci mettono del proprio per rallentarsi: fin da subito, i partenopei appaiono meno tonici del solito nello sviluppare il gioco.[MORE]
Tra l’ottavo e il decimo scambio di legni fra i due contendenti: prima da calcio d’angolo Schelotto scheggia il palo su colpo di testa; su capovolgimento di fronte, trattenuta ingenua su Sosa lanciato in area e calcio di rigore su segnalazione del guardialinee Ayroldi: Cavani spiazza il portiere, ma colpisce solo il palo esterno.
Sembrerebbe che il Napoli abbia perso la sua grande occasione di scardinare una partita altrimenti chiusa a doppia mandata da un atteggiamento estremamente accorto dei catanesi. Invece il goal arriva lo stesso, frutto di un’azione un po’ rocambolesca: al 24° un tiro da fuori area di Cavani viene deviato dalla difesa (che sale male) e finisce sui piedi di un liberissimo Zuniga, che non perde la calma e infila la porta avversaria con un preciso destro sul primo palo (una curiosità: l’azione nasce probabilmente da una rimessa laterale assegnata erroneamente al Napoli).
Nonostante la rete subita, il Catania non reagisce e l’incontro si trascina stancamente all’intervallo.
Il secondo tempo appare invece più acceso, con spazi più ampi e le squadre più propositive. Nel primo quarto d’ora è soprattutto il Napoli a cercare di chiudere la partita, prima con un tiro da lontano di Hamsik (attento Andujar) e poi con un velenoso colpo di testa di Maggio da distanza ravvicinata (appena a lato).
Ma dopo l’avvio promettente, si comincia a notare un calo fisico figlio della stanchezza: ne approfitta il Catania, che adesso è molto più votato all’attacco. I napoletani perdono un po’ di lucidità e regalano ingenuamente molte punizioni dal limite.
Gli ultimi minuti si trasformano in un assedio confuso degli etnei, che approfittano anche di un teorico uomo in più: Santacroce (tra l’altro splendida la sua partita stasera), sopraffatto dai crampi, si sposta in attacco per evitare di fare danni.
Tuttavia, con sofferenza e sacrificio, il Napoli supera l’ennesima prova di maturità e si presenterà alla sfida diretta col Milan con soli tre punti di differenza: in fondo, come aveva anticipato Mazzarri, oggi contava solo vincere. Dunque missione compiuta.