Portano la figlia in tribunale per farla abortire
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TRENTO, 9 DICEMBRE 2011 – I genitori si rivolgono al tribunale minorile per costringere la figlia ad abortire. Sia il padre che la madre ritengono che il fidanzato albanese della figlia non sia in grado di occuparsi di lei e del bambino, ma la ragazza non ne vuole sapere di rinunciare al bambino, così decidono di appellarsi al giudice per costringerla ad abortire.[MORE]
Non riuscendo a convincere la figlia che per il suo bene era meglio abortire, madre e padre sono andati dal giudice sperando che una sentenza potesse obbligare la figlia a fare quello che dicevano loro. Infatti la ragazza avendo 16 anni è ancora sotto la responsabilità dei suoi genitori. Questi ritengono che la figlia sia ancora troppo piccola per diventare madre, e non vedono di buon occhio nemmeno il padre del bambino, un ragazzo più grande di lei (18 anni), di origine albanese e con precedenti. Disperati per lo scorrere del tempo hanno chiesto aiuto al Tribunale minorile pretendendo che emettesse una sentenza per far interrompere la gravidanza. È improbabile che il Tribunale minorile di Trento obblighi una ragazza, anche se minorenne, ad abortire, dato che questa pratica è un diritto e non un dovere. E tenendo conto di questa possibilità, i genitori hanno avanzato altre richieste; nel caso il bambino nasca, che non gli venga dato il nome del padre e che i due fidanzati non si vedano più.
Giulia Cancedda
(fonte foto: questo trentino.it)