Polizia Penitenziaria, per l’USPP 650 assunzioni, sono insufficienti
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"La montagna ha partorito il topolino. Il Ministro della Giustizia sta annunciando con grande soddisfazione di aver fatto inserire nel Dl Rilancio l'assunzione di 650 unità nel Corpo di Polizia Penitenziaria”, è quanto sostenuto dal vicepresidente dell’Unione dei Sindacati di Polizia Penitenziaria Francesco Laura, dopo l’approvazione da parte del Senato del Decreto Rilancio, che autorizza l’assunzione di 650 nuovi agenti mediante lo scorrimento della graduatoria riservata all’aliquota civile.
"Questa misura è insoddisfacente e vergognosa e lascia in mano alla criminalità organizzata le carceri italiane”, continua ancora Laura, sollecitando le dimissioni del Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, fortemente criticato per il suo operato.
A fronte dei 54 mila agenti che servirebbero per il corretto funzionamento del sistema penitenziario italiano, infatti, attualmente le carceri registrano un organico notevolmente ridotto, pari a circa 34 mila unità. Per questo motivo, il Governo dovrà dare una risposta immediata al Corpo della Polizia Penitenziaria e soprattutto ai giovani candidati del concorso che ormai da tempo sono in balìa di una procedura concorsuale ancora bloccata a causa dell’emergenza epidemiologica legata alla diffusione del nuovo Coronavirus. I giovani candidati continuano a chiedere assunzioni straordinarie per entrambe le aliquote visto che, dalle nuove assunzioni previste dal Dl Rilancio sono rimasti esclusi i militari che hanno prestato servizio in qualità di VFP1 ed i congedati.
La battaglia dei candidati al concorso per l’arruolamento di 754 allievi agenti pubblicato lo scorso marzo 2019, continua e con forza, richiedono assunzioni straordinarie che potrebbero dare una boccata d’ossigeno all’amministrazione penitenziaria ed in particolare, agli agenti che ogni giorno sono costretti ad operare in condizioni di estrema difficoltà che, spesso creano un serio pericolo per la loro incolumità.
Domenico Ferlita