Polemica sugli stipendi d'oro dei dirigenti di Acque Veronesi. Chieste dimissioni del Presidente
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VERONA, 13 FEBBRAIO 2014- La pubblicazione degli stipendi dei dirigenti di Acque Veronesi sta provocando polemiche forti. Le norme sulla trasparenza degli enti pubblici hanno messo nei guai i vertici della società scaligera. Tanto che c’è anche chi chiede le dimissioni del presidente Massimo Mariotti (foto).
Come si legge sul sito, Acque Veronesi è “una società consortile a capitale interamente pubblico, cui ha aderito la quasi totalità dei Comuni dell’Area gestionale Veronese dell’Ambito Territoriale Ottimale “Veronese” (formata da 77 comuni della Provincia di Verona e distinta dall'Area gestionale del Garda, di cui fanno parte altri 20 comuni)”. Dati alla mano, ecco le cifre che i numero uno della società guadagnano: Francesco Berton, direttore generale, 242mila e 558 euro lordi; 170mila e 710 euro annui per il direttore operativo, il direttore tecnico e il dirigente amministrativo e finanziario, quello per i servizi e il marketing e quello che si occupa della depurazione. Come sottolineano i quotidiani locali sono 800mila euro che vanno a bilancio dell’azienda ogni anno solo per gli stipendi di questi sei dirigenti.
Chieste le dimissioni del presidente Mariotti da parte del consigliere regionale di Futuro Popolare Stefano Valdegamberi. “Da che mondo è mondo gli stipendi dei direttori delle aziende, pubbliche o private che siano, li decidono i Consigli di amministrazione, che possono stabilirne l'entità visto che hanno per legge un ampio margine discrezionale. E' quindi fuorviante dire che in Acque Veronesi sono stati applicati i livelli dettati dai contratti nazionali, affermando che non era possibile fare altrimenti. Se non è in grado di far risparmiare l'azienda di cui è a capo il presidente Mariotti farebbe meglio a dimettersi”
Replica Mariotti, per il quale si parla di uno stipendi di 36mila euro più 9mila e 545 euro di rimborsi spesa, dalle pagine del quotidiano “L’Arena”: “Non è una novità che nel pubblico impiego gli stipendi dei dirigenti siano sproporzionati. Noi abbiamo ereditato questo organigramma, inclusi i dirigenti e i quadri dell'azienda, e l'unica cosa che possiamo fare per ridurre i costi è valorizzare il personale interno, evitando il ricorso a esternalizzazioni: come nuovo Cda, dal 2012, abbiamo già avviato un processo di riorganizzazione, bloccando il turn over e incentivando i prepensionamenti”.
Veldegamberi non ci sta e contrattacca: “Se lo stipendio è stabilito in base ad ordini che vengono dall’esterno, Mariotti farebbe meglio a dire da parte di chi. Acque Veronesi dovrebbe anche rendere noti i curriculum dei propri dirigenti. Ritengo infatti che sarebbe utile sapere quanti di loro sono laureati o sono arrivati in Acque Veronesi dopo aver fatto esperienze importanti in realtà analoghe. Anche nel più piccolo dei Comuni per assumere ruoli da impiegati apicali, che vengono pagati decisamente meno dei manager di Acque Veronesi, serve una laurea. Non credo che in Acque Veronesi le cose stiano così…” insinua il consigliere.
Anche Giovanni Miozzi, presidente della Provincia di Verona e sindaco di Isola della Scala, denuncia la malagestione dimostrata dalla società scaligera. “Un'azienda mal gestita, un autentico bidone. Parlo da sindaco di Isola della Scala e mi confronto con tanti miei colleghi: non c'è n'è uno che a proposito di Acque Veronesi non si metta le mani nei capelli”. E, aggiunge: “ Disorganizzazione, niente progetti: potremmo chiamarla Acque Calabresi, perché solo in Calabria si vedono aziende gestite così male”.
Federica Sterza
Foto www.web4admin.com
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