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CATANZARO, 23 NOVEMBRE 2012 - Il Tar con la decisione di ieri ha fatto vincere la città. Finalmente, dopo qualche mese, dopo un’istruttoria netta e chiara, il Sindaco Abramo, la Giunta e il Consiglio, a causa delle gravissime irregolarità, sono stati mandati a casa e la città potrà rivotare il proprio Sindaco scegliendolo secondo le regole di trasparenza e in totale libertà e senza oscure manovre. Ma, tuttavia, nonostante la sentenza del TAR, che ha ripristinato la legalità, in un territorio che ha bisogno di chiarezza, incredibilmente, continuano ad essere adottati atti illegali e illeciti e illegittimi da soggetti ed organi che, a seguito della detta sentenza, sono giuridicamente inesistente e decaduti.
Ed infatti, dopo che il TAR ha dichiarato la decadenza di Abramo e della sua Giunta, la Giunta, che già non esisteva più, essendo la sentenza immediatamente esecutiva, si è riunita ed ha adottato la delibera N. 482/2012 del 22/11/2012, visibile sul sito del Comune di Catanzaro, con cui, sentite e tremate, è stato dato incarico agli Avv.ti Scoca e Iannello, con contestuale impegno di spesa, a carico della collettività, per proporre appello al Consiglio di Stato. Non può non vedersi in tale atto deliberativo, adottato da un organo che non esiste più e da soggetti che non sono più assessori, un evidente e chiaro abuso con evidente profili penali oltre che con nette connessione sotto il profilo del danno erariale.[MORE]
Come può infatti un organo/Giunta, dichiarato decaduto e privo pertanto di alcun potere deliberativo e rappresentativo, adottare un atto per dare incarico, a spese della collettività, ad un avvocato per fare appello e per tutelare la posizione personale di Abramo dichiarato decaduto? Insomma, nonostante la sentenza del TAR, che ha reso finalmente Giustizia, e che ha già condannato il Comune a pagare 14.000 euro di spese processuali, c’è ancora chi omette di rispettare la sentenza omettendo, anche sotto il profilo penale, di darvi esecuzione e di rispettarle. Pertanto, chiedo sin d’ora, al già nominato Commissario, che dovrà traghettare il Comune alle nuove elezioni, la revoca di quell’atto deliberativo che è illecito e illegale ed adottato da chi non aveva alcun potere. Riservo, tuttavia, sin d’ora, pubblicamente, di portare quell’atto deliberativo alla Procura della Repubblica per abuso nonché alla Procura presso la Corte dei Conti per gli evidenti profili erariali.
Giuseppe Pisano