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LIVORNO, 2 APRILE 2016 - L'infermiera al momento è accusata di aver ucciso 13 persone con una somministrazione di Eparina elevata. Ora si indaga su altri casi sospetti ma lei si difende: "Io capro espiatorio, non sono un killer". [MORE]
Proseguono le indagini su Fausta Bonino, l’infermiera accusata di omicidio per la morte di 13 persone all’ospedale di Piombino tra il 2014 e il 2015. Al momento la donna è indagata per il presunto omicidio di tredici pazienti, tra i 61 e gli 88 anni, in condizioni gravi ma non terminali, attraverso una somministrazione elevata di farmaci – “Una bomba di Eparina, un anticoaugulante” - così come riferiscono i carabinieri del Nas. In esame ci sarebbero altri casi sospetti ma l’indagata intanto sostiene: "Sono un capro espiatorio, non una killer". In queste ore i carabinieri sono alle prese con l’analisi di tutte le testimonianze raccolte tra i colleghi della donna e i parenti delle vittime. La cinquantacinquenne, originaria di Savona, ma residente in Toscana da più di venti anni, risulta l’unica indagata con l'accusa di omicidio volontario plurimo e resterà in carcere per le prossime ore, nelle quali è fissato l’interrogatorio di garanzia da parte del gip del Tribunale di Livorno, Antonio Pirato.
La donna è stata fermata mercoledì scorso presso l’aeroporto di Pisa mentre faceva rientro da un viaggio a Parigi, città nella quale lavora come cuoco uno dei suoi figli. Ora è in stato di fermo presso la sezione femminile della casa di detenzione "Don Bosco" di Pisa – dove appunto avverrà l’interrogatorio (n.d.r) – e nel frattempo il suo legale, l’avvocato Barghini, riferisce : "È evidente che prima è stato trovato il capro espiatorio di questi decessi e poi è stato creato il vestito per l'assassina. In questa vicenda si parte dalla presunzione di colpevolezza anziché dell’innocenza della mia assistita".
(fonte immagine larena.it )
Giuseppe Sanzi