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PESCARA, 30 NOVEMBRE 2012 – Tre volte più alto di Taranto è il riscontro dell’analisi sulle polveri sottili che si respirano a Pescara.
Secondo le ricerche, infatti, il Pm10 di Pescara (particelle micro sottili di 10 millesimi di millimetro) risulta uguale a 37 microgrammi per metro cubo; un numero molto elevato se si tiene conto che, secondo la direttiva 2008/50 della Comunità Europe, il limite massimo consentito è di 40 microgrammi ed è un riscontro ancor più drammatico, se si confronta il caso Pescara con quello del quartiere Tamburi di Taranto, dove si trova l’Ilva, le cui particelle sottili raggiungo al massimo i 35 microgrammi contro i 30 dell’ intera provincia. [MORE]
‹‹ Pescara è chiaramente un caso europeo›› commenta Augusto De Sactis del wwf e si chiede come mai, se la situazione di Taranto è stata dichiarata un allarme, non si riesca a vedere la condizione di Pescara e non si riesca a considerare i gravi danni alla popolazione che questa situazione sta creando? Come mai Asl, regione e Stato non si stanno interessando alla situazione, ma al contrario la incrementano proponendo, nella zona ad alto rischio, la costruzione di una centrale a biomasse?
Questi ed altri quesiti resteranno inrisolti, finché, come avviene in ogni situazione, non si potrà più fare finta di niente e ogni autorità si proporrà di intervenire.
Erica Benedettelli
(immagine da atcasa.corriere.it)