Pensioni: non far scattare l'aumento dell'età a 67 anni costerebbe 1,2 miliardi
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ROMA, 14 LUGLIO - Bloccare l'aumento dell'età per la pensione, che rischia di salire a 67 anni, costerebbe 1,2 miliardi. È questa la cifra, secondo fonti vicine al dossier stilato dalla Ragioneria Generale dello Stato, che bisognerebbe stanziare a partire dal 2019, anno in cui scatterebbe lo scalino. E non solo, da quella data, secondo l'Rgs, tornerebbe a salire il rapporto tra la spesa pensionistica e il Pil, pur in presenza di una stretta sui requisiti di accesso. [MORE]
Cgil, Cisl e Uil fanno fronte comune per chiedere il congelamento a 66 anni e 7 mesi. «L'unica e ultima possibilità di intervenire è la legge di Bilancio», sostengono. «Valuteremo con i sindacati se il grado della discussione tecnica ci consente un confronto politico», spiega il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. La partita si giocherà in questa seconda metà di luglio ma il quadro potrebbe essere più chiaro già lunedì, quando è in programma nelle sede del Pd un convegno sulla riforma della previdenza. A parlarne saranno i protagonisti: Poletti, i leader di Cgil, Cisl e Uil.
Le scelte finali avverranno in autunno, quando si dovrà mettere mano alla manovra per il prossimo anno e quando, in assenza di interventi, i direttori generali del Lavoro e dell’Economia dovranno firmare il provvedimento sull’innalzamento di 5 mesi, dal 2019, dei requisiti: da 66 anni e 7 mesi a 67 per la pensione di vecchiaia e da 42-41 anni e dieci mesi a 43-42 anni e tre mesi rispettivamente per uomini e donne, per la pensione anticipata.
Claudio Canzone
Fonte foto: quotidiano.net