Pedron, ad di Bertani Domains, lancia la proposta ai vignaioli veronesi: "Niente Amarone quest'anno"
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VERONA, 2 SETTEMBRE 2014 – Estate difficile dal punto di vista meteorologico in Veneto. Come se già non bastasse che le attività del settore turistico-ricettivo abbiano subito un durissimo colpo, ecco che adesso il maltempo presenta il conto anche al settore vinicolo.
A tirar le somme di una stagione da dimenticare è Emilio Pedron, amministratore delegato di Bertani Domains, che spiega come le piogge abbiano colpito incessanti i vigneti della Valpolicella mettendo a rischio la produzione del suo vino più famoso, l’Amarone. “Quest’anno è un’annata no. Se ne sono accorti i turisti, figuriamoci se non se ne sono accorte le viti” spiega Pedron. Che lancia una proposta a tutti i vignaioli veronesi: non produrre Amoarone per quest’anno. [MORE]
“La mia vuole essere un’operazione lungimirante, che ha come unico obiettivo quello di guardare al prestigio dell’Amarone . Noi, esattamente come avvenne nel 2002, quest’anno non lo produrremo. Lo so è una scelta molto difficile, ma ditemi cosa c’è di meglio, di più forte per l’immagine del nostro vino in una situazione come questa, come dire: quest’anno proviamo a non fare Amarone. Lo dico come azienda, ma tenendo ben presente anche la filiera: negli anni scorsi ci sono state eccedenze produttive, ebbene la perdita della produzione di quest’anno potrebbe essere in parte compensata dal maggior valore acquisito dalle produzioni degli anni precedenti”.
Secondo l’ad delle storiche cantine Bertani, l’ipotesi di non produrre l’Amarone nel 2014 potrebbe trovare compensazione nel giro di 2-3 anni. “Parliamo di un minor incasso per 30 milioni di euro, che potrebbe essere compensato dai maggiori prezzi delle annate precedenti e trovando un accordo con la Regione per produrre più Valpolicella Ripasso da mettere in commercio”.
“Onestamente quest’anno riuscirà a produrre Amarone solo chi metterà a riposo le uve in fruttai ipertecnologici, a ventilazione forzata ed in grado di controllare costantemente l’umidità. È sempre Amarone, è del tutto legale, ma dal nostro punto di vista rende più importante la tecnologia dell’uva. Le uve a questo punto perdono la loro centralità. Noi per una scelta di coerenza, per rispetto dei nostri principi e per rispetto dei consumatori abbiamo preferito non produrlo perché sappiamo che il valore di una bottiglia è sempre più legato al comportamento del produttore, alla sua etica, al rispetto della vigna”.
Federica Sterza
Foto L'Arena.it