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TARANTO, 29 MARZO 2014 - Il gruppo PeaceLink non sembra convinto dei dati presentati dall'ARPA Puglia sulle emissioni dell'ILVA. Il dato contestato è quello sul benzoapirene. Secondo l'ARPA, le emissioni di questa sostanza si sarebbero ridotte dal 2010 al 2013 da 1,8 nanogrammi a 0,18.
Il dato sarebbe poi stato utilizzato dall'ARPA per dimostrare la buona volontà del gruppo ILVA nel sistemare le cose. PeaceLink non è convinto di questi dati e tramite un comunicato stampa fa sapere che: "I nuovi dati sul benzo(a)pirene annullerebbero le differenze fra i quartieri di Taranto, facendoli convergere tutti su un unico valore medio oscillante attorno a 0,2-0,3 ng/m3".
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Il dato sarebbe quindi "miracoloso", visto che solo tre anni prima lo stesso ente definiva l'ILVA come il maggior responsabile delle emissioni di benzoapirene. L'ARPA rimanda al mittente le accuse, affermando che il calo netto delle emissioni sarebbe causato da una produzione rallentata nella cookeria nei momenti in cui tira maggior vento e dall'acquisto di materie prime già raffinate in azienda (che ridurrebbe quindi l'utilizzo di quei processi che determinano le emissioni).
Secondo PeaceLink all'origine del calo, invece, ci sarebbe una modificazione dell'ozono nell'area circostante il complesso siderurgico. In particolare, nel 2011 (secondo le rivelazioni di PeaceLink) l'ozono avrebbe subìto modificazioni tali da non consentire in massima parte la rilevazione del benzoapirene dagli strumenti a disposizione.
In più, non ci sarebbe attualmente una centralina di rilevamento nel quartiere Tamburi, più vicino al polo siderurgico. Insomma, la discussione a suon di dati prosegue, senza che nessuno riesca a prendere posizione.
Fonte: TarantoBuonasera
Annarita Faggioni