Paralimpismo in Sardegna: il consuntivo da Sarroch su Divertandem
Sport Sardegna Cagliari

Paralimpismo in Sardegna: il consuntivo da Sarroch su Divertandem

lunedì 13 settembre, 2021

CAGLIARI, 13 SETT. - Quando apprendimento e felicità di stare insieme provocano piacevoli girandole di emozioni. L’intesa tra CIP Sardegna e il Comitato sardo della Federciclismo genera una tre giorni ricca di spunti che aumenta le aspettative verso situazioni ancor più coinvolgenti. Divertandem, così il nome della tre giorni tenutasi al velodromo comunale di Sarroch, ha centrato in pieno l’obiettivo promozionale perché si sono riversate tante splendide persone. Assieme ai disabili fisici che erano rappresentati dalla pluricampionessa italiana di tandem Ilaria Meloni (vedere intervista in basso) e dagli esperti di handbike Massimo Matta e Guglielmo Capolino, in pista brulicano entusiasticamente i portacolori diverse associazioni sportive: ragazzi intellettivo relazionali voluti a tutti i costi dalla coordinatrice Patrizia Spadaccini, partner agonistica di Ilaria e membro della commissione regionale paralimpica della FCI (vedere intervista in basso). Tutti insieme hanno dato dei piccoli ma sostanziosi contributi che devono essere valorizzati al più presto.

Ha colpito molto vedere certi gruppi sportivi appassionarsi a tal punto di ritornare anche nel giorno conclusivo. In tutto si sono contate una sessantina di persone dove la parola inclusione è stata preponderante grazie ai tecnici presenti che hanno impartito esercizi e nozioni sull’uso dei vari mezzi ciclabili utilizzati.

Non ha voluto far mancare il suo supporto la presidente del Comitato Italiano Paralimpico Sardegna Cristina Sanna che ha creduto fortemente all’iniziativa. Si è letteralmente buttata nella mischia festosa facendosi qualche giro in handbike. Un mezzo diventato ormai sofisticato, anche se non va confuso col triciclo che si utilizza per l’atletica leggera, disciplina dove lei ha gareggiato vestendo anche la maglia della nazionale italiana.

“Avrei desiderato vedere più disabili fisici e sensoriali – confessa Sanna - però la manifestazione è stata un’ottima forma di propaganda. Il clima di divertimento mi ha investito totalmente al punto che durante la scorribanda in handbike ho rischiato anche di capotarmi. Altro aspetto che mi ha colpito è stata la complicità che si è creata tra Ilaria, Massimo e Guglielmo. La loro forte intesa potrà dare il via ad un lavoro che li porterà a coinvolgere qualche altro ragazzo per fare squadra. Ma sono sicura che grazie anche al protocollo stilato con la FISDIR il paraciclismo potrà basarsi su un numero maggiore di praticanti. Infine ricordo che per i disabili fisici è imminente un’altra occasione propizia con lo stage di fine mese che vede nuovamente il CIP Sardegna in prima linea”.

Anche il presidente della Federazione Italiana Ciclismo Sardegna Stefano Dessì stila un bilancio più che lusinghiero: “L’obiettivo era quello di suscitare l’interesse tra le varie associazioni intervenute che si occupano di disabilità intellettive, sensoriali e fisiche. Una sessantina di ragazze e ragazzi hanno trascorso delle piacevoli giornate in cui hanno sperimentato, provato e giocato con handbike, tandem, le classiche biciclette da corsa e anche le mountainbike. Abbiamo preso contatti in modo che con questi gruppi si possa dare continuità al progetto di sviluppo del paraciclismo. Ringrazio coloro che hanno collaborato e tutti gli sportivi intervenuti, abbiamo scritto una bella pagina che non deve rimanere isolata”.

PATRIZIA SPADACCINI: “DOBBIAMO INSISTERE CON L’AZIONE DI COINVOLGIMENTO”

Coloro che masticano un po’ di ciclismo sanno quanto abbia dato alla causa la cremasca Patrizia Spadaccini. Prima collezionando titoli italiani, piazzamenti importanti ed esperienze internazionali con la maglia azzurra. Poi trasmettendo la sua esperienza come guida ad atleti ipovedenti e ciechi. Alle paralimpiadi di Atlanta 1996 assieme a Claudio Costa conquista due ori: nel chilometro e nella tre chilometri da fermo.

Ora bazzica più spesso in Sardegna: in tandem, con Ilaria Meloni, continua ad infoltire la zona trofei e medaglie della sua casa. Ma ha una missione principale: ingrossare le fila del paraciclismo isolano.

Patrizia, sensazioni a caldo dopo l’happening sarrocchese?

Di assoluta felicità e soddisfazione. La risonanza che ha avuto è stata molto importante ed è piaciuto molto.

Qual è la ricetta per potenziare il settore in Sardegna?

La continuità. L’importante è che i ragazzi si divertano e noi ci mettiamo a disposizione, aspettando i loro tempi e la loro disponibilità. La bicicletta è veramente interessante, permette loro di sfogarsi e anche se la usano in modo diverso da noi, andando meno veloci o in piedi tenendo solo il manubrio, va benissimo. L’importante è che si mettano alla prova e facciano qualcosa di diverso e che li gratifichi.

Insomma, sei ottimista

Questa attività ha le basi per essere continuativa pertanto avanti tutta. Nei paesi dove esistono delle associazioni, organizzeremo degli open day in modo tale che vengano avvicinati bambini, adulti e appassionati di sport paralimpico.

Sei reduce dall’ennesimo titolo tricolore conquistato assieme ad Ilaria Meloni

Siamo molto contente perché era da tanto che preparavamo la gara su pista e quella di Torino ti permette di esprimerti al meglio. Spero che l’impianto di Quartu S. Elena riapra in modo che diventi utile anche per il settore paralimpico. Ad ottobre vogliamo partecipare al nazionale di ciclocross in Friuli. Ci impegneremo a fondo.

ILARIA MELONI: “CONTINUERO’ A SPRONARE I DISABILI NELLA PRATICA SPORTIVA”

Adora farsi catturare dal vento che in ogni sua uscita in bicicletta le scompiglia i capelli. Ma per l’iglesiente Ilaria Meloni l’essere spettinata è diventata una prerogativa esistenziale che l’accompagna in tutte le sue prodezze sportive, universitarie e in quelle che ottiene nella vita quotidiana, mettendosi sempre in discussione. In qualità anche di membro della giunta CIP Sardegna, l’atleta ipovedente della Monteponi ha approfittato di questa occasione per risaltare il suo splendido stato d’animo.

Ilaria, come è andata a Sarroch?

Mi sono messa in gioco, cimentandomi in vari strumenti come l’HugBike, il tandem che ti abbraccia, dove la guida sta dietro e l’atleta davanti. Avere quasi la sensazione di guidare è stata nuova e piacevolissima. E poi ho potuto conoscere persone veramente speciali come Massimo Matta e Guglielmo Capolino. Mi hanno mostrato i segreti dell’handbike, insegnandomi che si può fare anche l’apparente impossibile, basta solo essere circondati dalle persone giuste.

In pista hai incontrato anche tanta altra gente

Ho voluto respirare a pieni polmoni questa manifestazione ricca di sport e storie di vita. Nei commenti che sentivo durante la manifestazione ho percepito da parte dei ragazzi un grande entusiasmo, si sono messi in gioco con forza e determinazione nelle diverse prove in programma. Il bello è stato proprio questo.

Come donna di giunta del CIP isolano cosa vorresti ottenere?

Vorrei semplicemente far arrivare un messaggio di incentivo per i ragazzi nel dedicarsi allo sport, indipendentemente dal fatto che decidano di praticarlo a fini agonistici oppure no. Grazie a manifestazioni di questo tipo vorrei riuscire a trasmettere tale messaggio.

Ritorniamo indietro di qualche giorno e rispolveriamo il titolo italiano in tandem su chilometro?

Provo una sensazione di felicità. Un campionato italiano lo prepari con tanti allenamenti e sacrifici. Nei giorni precedenti immagini come potrebbe andare o come vorresti che andasse. Però quando accade mi sorprendo sempre del risultato a prescindere dal fatto che vinca o meno. L’ottenimento di qualsiasi risultato mi fortifica e mi spinge a fare sempre meglio.  

Cosa ti riserva il futuro?

Innanzi tutto vorrei concludere il mio progetto di studi perché sto frequentando la magistrale in filosofia e teoria della comunicazione. E poi continuare ad allenarmi perché coltivo il grande sogno di partecipare ad una paralimpiade. Penso che per un’atleta sia il massimo.

In conclusione?

Vorrei ringraziare Cristina Sanna per il supporto e le belle parole che esprime nei miei confronti. E perché crede in me.



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