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ROMA, 7 AGOSTO 2014 – Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan nell’informativa urgente alla Camera sulla spending review ha spiegato che «la revisione della spesa è e resta al centro della strategia del governo», ed è «indispensabile per il raggiungimento degli obiettivi di crescita e della sostenibilità della finanza pubblica».
In particolare, il ministro ha posto l’accento sulla difesa dell’operato del governo Renzi, attaccato in seguito alla diffusione dei recenti dati sull’andamento dell’economia, quindi relativamente ai rischi di una nuova recessione, ribadendo che il medesimo operato dell’esecutivo potrà essere valutato solo nel medio periodo. È «sbagliato - precisa Padoan - e fuorviante, come fanno molti commentatori, prendere in considerazione un quadro macroeconomico di pochi trimestri per valutare l’efficacia e l’impatto dell’azione di governo», come del resto è «prematuro fare valutazioni» sugli effetti del bonus di 80 euro, dal momento che la riduzione del cuneo fiscale «per produrre effetti significativi sulle decisioni di spesa deve essere credibile e permanente».
Inoltre, in merito al «processo di revisione della spesa», il ministro ha sottolineato che «le decisioni che ne conseguono e l’allocazione delle risorse così ottenute sono compito del governo sulla base indicazioni e opzioni tecniche». [MORE]
Quanto alla Legge di Stabilità, Padoan ha spiegato che la prossima «dovrà tener conto del contesto, europeo e non solo italiano, di crescita e di inflazione contenute e inferiori alle attese», ribadendo infine che se l’esecutivo non dovesse approvare entro gennaio «provvedimenti che assicurino, in tutto o in parte, maggiori entrate e/o risparmi di spesa, da conseguire mediante interventi di razionalizzazione e di revisione della spesa», scatterebbe un aumento delle tasse secondo le clausole previste dalla Legge di Stabilità del governo Letta, ovvero «una revisione automatica di agevolazioni e detrazioni fiscali per garantire un miglioramento dei conti pubblici di 3 miliardi nel 2015, 7 nel 2016 e 10 nel 2017».
Domenico Carelli
(Foto: economia.panorama.it)