Onu, un altro impasse per la Siria. E a Damasco continua l'inferno
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DAMASCO, 5 FEBBRAIO 2012- "Una farsa": è questo il termine scelto dal Segretario di Stato americano Hillary Clinton per descrivere i travagliati negoziati di scena negli scorsi giorni al Consiglio di Sicurezza dell'Onu. Con il veto sulla risoluzione proposta dalla Lega Araba, continua, Russia e Cina possono considerarsi responsabili di quanto continua ad accadere in Siria, poichè con questo comportamento non hanno fatto altro che appoggiare il regime di Assad.
Parole dure, quella della Clinton, che dopo l'ennesimo no di Mosca e Pechino ad un progetto che escludeva esplicitamente ogni tipo di intervento armato, puntando a sanzioni economiche e a una condanna ufficiale dell'azione del governo siriano, sfoga la sua delusione da Sofia, dove è in visita ufficiale; eppure, sostiene il viceministro degli Esteri russo Ghennadi Gatilov, la colpa del fallimento è in parte occidentale.
Dal Cremlino erano pronti ad accettare una risoluzione più "morbida", ma nessuno si è sforzato più di tanto per raggiungere un compromesso; non si può prendere parte, d'altronde, in una guerra civile, sostenendo un'opposizione armata con misure che potrebbero pregiudicare il futuro dialogo nazionale tra le forze politiche.[MORE]
Perchè è stata questa la posizione ufficiale dei due membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, che il Ministro Serghei Lavrov aveva più volte ribadito negli scorsi giorni, spalleggiato ovviamente dai colleghi cinesi.
Ancora un nulla di fatto, quindi, dalle Nazioni Unite; in Siria, intanto, si continua a morire ogni settimana. E mentre a Homs si piangono le 337 morti del pesantissimo bombardamento di venerdì, condannato dal Presidente americano Obama come un atto criminale, che dimostra il disprezzo di Assad per il valore delle vite dei suoi cittadini, in varie città del mondo si susseguono attacchi anti-siriani alle ambasciate di Damasco.
Attentati a Il Cairo, a Londra, in Kwait, e a Berlino, con incendi e atti vandalici di varia intensità, contro le sedi diplomatiche; gesti gravissimi, condanne ufficiali, e arresti. E il Ministro siriano del petrolio,che minaccia di tagliare l'esportazione di olio nero verso alcuni Paesi europei.
(foto tratta da: www.euronews.it)
Simona Peluso