ONG, arriva la risposta delle associazioni: "No alle accuse generalizzate"
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ROMA, 10 MAGGIO – Dopo settimane di attacchi ed insinuazioni, è arrivata una risposta alle accuse rivolte alle ONG impegnate nelle operazioni di salvataggio in mare a sud della Sicilia. Le organizzazioni facenti capo all’Aoi (associazione organizzazioni italiane di cooperazione) hanno infatti manifestato la propria “indignazione e condanna” per le dichiarazioni di alcuni esponenti politici.
Nonostante nessuna delle ONG presenti oggi a Roma fosse coinvolta nei salvataggi in mare, tutte hanno evidenziato come sia necessario che la magistratura prosegua nel proprio operato per accertare la verità. “Non accettiamo che il mondo delle ONG venga utilizzato per fare propaganda elettorale” ha poi dichiarato Vincenzo Manco del Forum, ricordando che la storia delle organizzazioni è di “bene” e di “aiuto”.
A fargli eco Marco Da Ponte, rappresentante di Actionaid, che ha a sua volta auspicato un intervento del potere giudiziario, ove necessario, ricordando però il dovere di chi è in mare di salvare chiunque si trovi in difficoltà.[MORE]
Sul punto è intervenuta anche Silvia Stilli, di Aoi, sottolineando come il principale rischio sia quello di una disaffezione verso il mondo delle ONG, dovuta ad accuse fondate su “illazioni non suffragate dai fatti”. “Il procuratore di Catania attacca non solo i salvataggi in mare, ma anche l’accoglienza dei migranti” ha infine chiarito la Stilli.
Ad innescare la polemica sulle ONG sono state le parole del Procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, che ha parlato di legami “poco chiari” tra alcune organizzazioni impegnate nelle operazioni in mare e gli scafisti. Legami, questi, che emergerebbero da rapporti di Frontex e della Marina.
Anche innumerevoli esponenti politici si sono schierati sulle stesse posizioni di Zuccaro. In particolar modo Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera e parlamentare del M5S, ha sottolineato come le ONG siano state accusate di “essere in combutta” con gli scafisti e di aver finanche contribuito al trasporto di criminali.
Allo stato dei fatti mancano ancora le prove concrete che dimostrerebbero la veridicità delle accuse, e la magistratura non è ancora intervenuta per chiarire se, ed eventualmente quali organizzazioni abbiano effettivamente avuto contatti sospetti. Intanto, resta ferma la volontà delle ONG di “ottenere chiarezza al più presto”, per far cessare quella che è stata definita una “campagna di generica denigrazione".
Paolo Fernandes
Foto: tpi.it