Omicidio Carmela Petrucci: condanna all'ergastolo per Samuele Caruso
Cronaca Sicilia

Omicidio Carmela Petrucci: condanna all'ergastolo per Samuele Caruso

mercoledì 26 febbraio, 2014

PALERMO, 26 FEBBRAIO 2014 - Samuele Caruso, il 24enne che il 19 ottobre 2012 uccise la giovane studentessa palermitana Carmela Petrucci, è stato condannato in primo grado all’ergastolo.

Questa la sentenza di condanna emessa quest’oggi, dopo più di tre ore di Camera di consiglio, dal gup del Tribunale del capoluogo siciliano, Daniela Cardamone. Il gup ha così accolto la richiesta del pm Caterina Malagoli che chiedeva tale pena. Al contrario la difesa di Samuele Caruso puntava sul riconoscimento dell’infermità mentale del giovane.

In tal senso lo scorso 8 gennaio era stata disposta dal gup Daniela Carmadone una nuova perizia psichiatrica a conferma o meno della prima perizia effettuata che affermava l’incapacità mentale del giovane omicida. Seconda perizia che ha invece dimostrato come Samuele Caruso fosse nel pieno possesso delle sue facoltà mentali. A questo punto l’inevitabile condanna all’ergastolo.

Dopo la sentenza tanta la soddisfazione da parte del pm Caterina Malagoli: «giustizia è fatta per la povera Carmela Petrucci. Non mi rammarico per l’ergastolo di Caruso – afferma il prm – ha ucciso una ragazza senza motivo. È un successo, non era scontata la condanna all’ergastolo ma l’efferatezza era terrificante. Ha dato alla vittima una coltellata che le ha quasi tagliato la testa. È una vicenda amara».[MORE]

Differente, e non potrebbe essere altrimenti lo stato d’animo della famiglia di Carmela Petrucci, che seppur soddisfatta della sentenza non ha nulla per cui gioire: «è morta una ragazza che non tornerà più, parlare di successo non è il momento giusto – ha commentato il legale della famiglia Petrucci, l’avvocato Marina Cassarà – è una sentenza che prende atto dell’efferatezza del delitto. Il giudice non ha concesso le attenuanti generiche – ha spiegato l’avvocato – e questo ha determinato la possibilità di comminare l’ergastolo. La mamma si è seduto e ha pianto è l’unica cosa che si poteva aspettare. Prendono atto che è una sentenza giusta».

(Immagine da oggitreviso.it)

Giovanni Maria Elia

 


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