Entra nel nostro Canale Telegram!
Ricevi tutte le notizie in tempo reale direttamente sul tuo smartphone!
NUORO, 11 OTTOBRE 2015 – Attraverso un gioco di rimandi e di sguardi, il dialogo tra immagini patinate e altre dalla forte emotività, dipanando nuove connessioni tra corpi mutilati e idealizzati, va in scena l’ultima provocazione dell’artista svizzero Thomas Hirschhorn, con 3 “Easycollage” and 6 “Collage-Truth”, al Museo d’Arte Provincia di Nuoro (MAN) fino al 18 ottobre 2015.[MORE]
Da una selezione di collage – di dimensioni più o meno grandi – realizzati da tre anni a questa parte, scaturisce la sua riflessione sulla rappresentazione della realtà, talora frammentata, manipolata, nei laboratori di strategia mediatica dell’informazione o dell’industria della moda, in pericoloso equilibrio tra suggestione e assuefazione all’orrore.
«In una società mediatica, sempre più tecnologica e virtuale, l’immagine perde la sua singolarità, il suo valore intrinseco, diluendosi in un mare di informazioni, un vortice comunicativo che tutto ingloba e tutto uniforma. Quali strumenti abbiamo per contrastare questo processo? Come possiamo andare oltre la superficie delle immagini che consumiamo? Di quale messaggio sono veicolo le fotografie cui abbiamo accesso?». Sono alcuni dei quesiti che si pone Lorenzo Giusti, curatore del presente progetto espositivo (dal testo critico Resistere all’ipersensibilità).
Invertendo le dinamiche relazionali tra le immagini, lo stesso «processo di assuefazione/ipersensibilizzazione indotto dai media», Thomas Hirschhorn prova a cambiare rotta, orientando lo sguardo verso un nuovo apprendistato, più consapevole e critico nei confronti del dispotismo della viralità, alla ricerca di quel che non appare.
«L’ultima sperimentazione di Hirschhorn – osserva il curatore – è la serie “Pixel-Collage”, un’indagine sul fenomeno della cancellazione dei volti nelle immagini riprodotte dai mass-media. Il processo di pixelizzazione è interpretato dall’artista come un gesto autoritario, gerarchizzante. Per Hirschhorn anche la pixelizzazione è una forma di propaganda, un modo per orientare lo sguardo dello spettatore. Ecco allora che nell’accostamento di due immagini contrastanti, una di esplicita violenza, e una canonica, neutra o patinata, Hirschhorn interviene manualmente sulla seconda, facendo emergere ciò che normalmente si tende a censurare. Realizzato a mano all’interno del collage, il pixel diventa un elemento del reale e allo stesso tempo uno strumento per creare nuove relazioni di senso. Da strumento egemonico, l’uso del pixeling si trasforma in un potente mezzo per sovvertire le regole dell’informazione controllata e per riportare il nostro sguardo sulla verità».
Domenico Carelli
(Foto: courtesy MAN, in evidenza detail di un lavoro di Thomas Hirschhorn; in gallery, Allestimento T.Hirschhorn_Photo credit Donato Tore; Allestimento T.Hirschhorn_Photo credit Donato Tore_2; Allestimento T.Hirschhorn_Photo credit Donato Tore_3.
Studio Esseci: Thomas Hirschhorn, Collage-Truth 33B, Studio view, 58 x 32 cm, Courtesy the artist; Thomas Hirschhorn, Easycollage n.9, Studio view, 349 x 262 cm, Courtesy the artist)