Londra 2012, è allarme sicurezza
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Londra 2012, è allarme sicurezza

giovedì 12 luglio, 2012

 LONDRA, 12 LUGLIO 2012 – Terroristi, accomodatevi. Sembra essere questo il messaggio che emerge dalle ultime notizie sulla sicurezza dei Giochi Olimpici London 2012. I problemi arrivano dalla società privata G4S, che ha ottenuto (per 500 mln di sterline) un appalto per fornire 10mila vigilantes. Peccato che quelli già disponibili siano appena 4.000, mentre altri siano ancora in fase d'addestramento e non è certo che possano terminare la preparazione in tempo, come è stato comunicato dalla stessa società.[MORE]

In risposta a questa gatta da pelare, il governo ha richiamato 3.500 soldati (che si aggiungono ai 13.500 già previsti per la sicurezza dei Giochi), tra i brontolii dei vertici militari. Secondo il colonnello Richard Kemp, ex comandante delle truppe britanniche in Afghanistan, molti dei ragazzi cui toccherà occuparsi delle Olimpiadi sono in partenza per il fronte asiatico, o ne sono appena tornati. Gente che si aspettava quindi un po' di riposo con le famiglie, e che invece dovrà passare i prossimi giorni a controllare zaini, borse e borsette. Certo non un toccasana per il morale, già piuttosto a terra dopo i recenti annunci di pesanti tagli alla Difesa da parte dell'esecutivo.

Ma non è finita. Una «gola profonda», dipendente della G4S, ha rivelato a Sky News che nel sistema di sicurezza messo in campo ci sarebbero gravi falle. Anche il personale che ha già completato la formazione, o sta per completarla, soffrirebbe infatti di seri problemi di impreparazione. Dati i tempi stretti l'addestramento sarebbe troppo breve, nonché poco accurato e selettivo. Secondo l'informatore non sono poche le guardie, ora in servizio, che durante i test non sono riuscite ad individuare attraverso le macchine a raggi X armi da fuoco, bombe a mano ed esplosivi. Alla luce di queste osservazioni, la stessa fonte arriva a dire che, secondo lui, le probabilità per un attentatore di riuscire ad introdurre un'arma nelle strutture olimpiche si aggira addirittura intorno al 50%.

Certo non bisogna prendere queste affermazioni per oro colato. Ma esse autorizzano comunque qualche dubbio sulla privatizzazione della sicurezza, e sulla validità di strategie che (in patria come in scenari di guerra, stile Afghanistan e Iraq) si affidano ai contractors con forse eccessiva fiducia.

Michele Barbero

(immagine da Bloomberg.it)


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