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Washington - 30 Marzo 2011 – Il presidente degli Stati uniti Barack Obama, data la drammatica situazione politica della Libia, non esclude affatto la possibilità di armare i ribelli libici contro la dittatura di Gheddafi. Lo ha dichiarato lui stesso nel corso di un’intervista lasciata alla NBC News. Rispondendo “Non lo escludo” ad una domanda sull’argomento. [MORE] Quanto a Muammar Gheddafi, ha spiegato il presidente nella stessa intervista “le nostre aspettative sono che se continuiamo ad esercitare una pressione costante, non solo militare”, e sempre secondo il leader della Casa Bianca, “Gheddafi alla fine si ritirerà. Oltre a mantenere una no-fly zone, proteggere le popolazioni civili abbiamo anche strumenti politici, sanzioni, il congelamento dei suoi beni, che contribuiscono a stringere il cerchio. La gente che sta intorno a Gheddafi comincia a capire che le sue scelte sono limitate ed i suoi giorni contati”.
Tuttavia Obama non è l’unico a pensare di dare le armi all’opposizione libica: nemmeno Londra esclude l’ipotesi, anche se una decisione in tal senso non è stata presa. Il premier britannico David Cameron, intervenendo in Parlamento, spiega che la situazione sul terreno è “estremamente fluida” e sulla questione del rifornimento di armi è necessario “procedere con cautela”. Di diverso avviso è il Belgio che rimane contrario, ha spiegato il ministro degli Esteri Steven Vanackere, ad armare i ribelli libici.
In Italia, Il ministro degli Esteri Franco Frattini a Sky Tg24 non ha tardato a sottolineare che è necessario “lavorare con l’Unione Africana, con la comunità internazionale per far capire” a Muhammar Gheddafi che è necessario “che lasci, che se ne vada“. Intanto, l’Uganda, con sorpresa generale, riferisce l’emittente Al Arabiya, è disposta a dare asilo politico a Gheddafi.