Non si può coabitare con il bene e il male!
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La vita al Signore, anche in un mondo in piena innovazione telematica, si offre con chiarezza e costanza. Niente bluff della coscienza! La sua Parola va data senza calcoli o mire di alcuna conquista o risultato personali. La nostra esistenza è per noi credenti un dono di Dio che ci rende responsabili di rimetterla nelle sue mani o consegnarla in quelle degli uomini. L’oltraggio più grande sta nell’offrirla al cielo a giorni alterni, per poi indirizzarla verso una finta Parola. Nessuno ci impone di prometterci al Signore, ma se lo facciamo deve essere per sempre. Illuminante la prima parte del V° capitolo degli Atti degli Apostoli: “Un uomo di nome Ananìa con la moglie Saffìra vendette un suo podere e, tenuta per sé una parte dell’importo d’accordo con la moglie, consegnò l’altra parte deponendola ai piedi degli apostoli.
Ma Pietro gli disse: «Anania, perché mai satana si è così impossessato del tuo cuore che tu hai mentito allo Spirito Santo e ti sei trattenuto parte del prezzo del terreno? Prima di venderlo, non era forse tua proprietà e, anche venduto, il ricavato non era sempre a tua disposizione? Perché hai pensato in cuor tuo a quest’azione? Tu non hai mentito agli uomini, ma a Dio». All’udire queste parole, Ananìa cadde a terra e spirò”. La cosa ancora più grave la troviamo nella seconda parte del brano appena letto. In essa si evince che la moglie di Anania, che avrebbe potuto indirizzare il marito verso la verità con se stesso e con Dio, si rivela partecipe e consenziente della menzogna del marito.[MORE]
L’uomo purtroppo quando parte dalla convinzione che si possa convivere e guadagnare, sia con il bene che con il male, viene sempre travolto da quest’ultimo. Anania e la moglie pensano che l’accordo tra i due renda più credibile la falsità della loro offerta agli occhi del Signore e degli stessi fratelli. Nella comunità degli Apostoli nessuno aveva loro imposto il da farsi dopo la vendita del terreno. Il ricavato poteva di sicuro essere offerto anche in una quantità minore. Era però necessario manifestare apertamente, come costume di quella realtà umana, le proprie esigenze. Niente si offre al Padre Eterno per imposizione o per finzione. Basta a volte affidare a Lui solo un pensiero, ma che sia vero e non appartenga il giorno dopo al diavolo.
Per comunicare con il Signore serve solo la verità del cuore, qualunque essa sia! I giovani, oggi tra le persone più indifese, anche se in parecchi fanno finta del contrario, sappiano affidarsi a quel Dio che la storia ci ha consegnato, per la salvezza di ognuno, come uomo morto sulla croce, per poi risorgere e ascendere al cielo. Solo in Lui c’è la risposta sicura per superare le incertezze, le ingiustizie, gli affanni e i sogni traditi che il mondo degli uomini spesso confeziona e ribalta da sempre sulle nuove generazioni. Basta guardare allo scadimento della vita sociale e politica e ad una economia affidata solo alle speculazioni finanziarie, legate al potere fine a sé stesso. Le finzioni interiori verso Dio non servono a nulla! Tra bene e il male si scelga sempre il bene! Impossibile la convivenza con entrambi.
Egidio Chiarella
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