"Non cederò al ricatto", replica di Formigoni alle accuse di Daccò
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MILANO, 28 MAGGIO 2012- Dopo la diffusione dei verbali del faccendiere Pierangelo Daccò, il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, replica alle accuse attraverso una lettera aperta precisando che, "Nessun procedimento è stato aperto su di me o sulla Regione Lombardia".
Si legge nella lettera, "Prosegue con grande clamore la pubblicazione di atti coperti da segreto istruttorio e riguardanti interrogatori di persone detenute. Verbali che talvolta assumono forme diverse e che sono anche interpretati in maniera diversa a seconda di chi li pubblica: ad esempio, quando Daccò dice 'non ho mai avuto nulla in cambio da Formigoni', è chiaro quello che intende dire e cioè che non ha mai avuto favori in cambio, ma c'è sempre qualcuno che per ricondurre la realtà ai suoi fini lo interpreta come 'non ho avuto da Formigoni rimborso dei soldi anticipati".
Prosegue Formigoni, "E probabilmente la pubblicazione illegale di tali atti continuerà anche nei prossimi giorni, con sempre nuovi particolari impossibili da verificare. Tali atti non contengono nulla di penalmente rilevante, né a carico mio, né di miei collaboratori, ma danno spazio a speculazioni e attacchi politici senza precedenti, infondati, che hanno l'evidente scopo di minare la credibilità mia e del governo di Regione Lombardia. Dico subito che questi attacchi falliranno come sono falliti finora: non cederò al ricatto". [MORE]
"Ma aggiungo anche che sarebbe impossibile per chiunque rispondere agli infiniti nuovi particolari verosimili, inverosimili o di fantasia. E dunque non lo farò. Confermo invece tutto ciò che ho detto in queste settimane e questi giorni, anche se non mi metto a discutere e a contraddire chi è in carcere da 6 mesi (benché la Cassazione abbia annullato la decisione a lui contraria del Tribunale della Liberta') e ha tutto il diritto di difendersi", sottolinea il il presidente della Regione Lombardia.
Formigoni, entra poi nello specifico, "E mi limito a correggere o smentire alcune delle più importanti falsità che sono state scritte in questi giorni:
1 - sono stato talora ospite sulla barca Ad Maiora di Antonio Simone, amico da 40 anni, sempre su suo invito, spesso in compagnia di parenti o amici di Simone e di Daccò o di loro stessi: qualche week end di giugno o luglio, alcuni giorni durante le vacanze di agosto. Altro che barche a totale disposizione per mesi e mesi!
2 - le spese al Meeting di Piero Daccò mi riguardano solo molto parzialmente: ho partecipato a tutte le 31 edizioni del Meeting e sono stato a colazioni o a cene con centinaia di ospiti; con Daccò soltanto 2 o 3 volte in tutto. E basta.
3 - mai stato a Rio de Janeiro con Piero Daccò.
4 - le spese attribuite a Daccò nei resoconti giornalistici non riguardano certo me o solo me. Ricordo che Piero Daccò è stato in tutti questi anni un imprenditore in campo sanitario soprattutto all'estero (Cile, Argentina, Israele...) con migliaia di rapporti in tutto il mondo.
5 - 51mila euro per un volo da Milano a Nizza come oggi pubblicato??? Questa è una di quelle cifre inverosimili che tolgono ulteriore credibilità al tutto".
Infine, Formigoni chiude la lettera scrivendo, "In conclusione: ricordo che - nonostante la rabbia e lo sconforto degli avversari politici e della stampa ostile - non sono oggetto di indagine come non lo è nessun dirigente di Regione Lombardia. Chi parla di utilità da me ricevute deve primo dimostrarlo e circostanziarlo, secondo ricordare i numerosi casi analoghi, come ad esempio il gran numero di voli regalati all'on. D'Alema e giudicati irrilevanti dalla Magistratura. Ma soprattutto ognuno dovrebbe ricordare che la questione vera è un'altra: Piero Daccò ha o non ha tratto qualche indebito vantaggio da Regione Lombardia per il fatto di conoscermi? La mia risposta è NO ed è sempre stata NO, e d'altra parte nessun procedimento è stato aperto su di me o su Regione Lombardia dopo un anno di indagini della Magistratura. Se la stampa dimostrerà il contrario, confermo che mi assumerò tutte le mie responsabilità. Ma ciò, mi si creda, è impossibile, ripeto, impossibile".
(Fonte: Corriere della Sera)
Rosy Merola