'Nndrangheta, processo 'Crimine Infinito': 16 anni al cassiere

venerdì 7 dicembre, 2012

MILANO, 07 DICEMBRE 2012 - La Corte d’Assise, riunita nell’aula bunker di San Vittore, al termine del processo Crimine Infinito, ha deciso di condannare a 16 anni di reclusione D. P. accusato dalla procura antimafia di Milano di essere il cassiere della 'ndrangheta di P.D.. Oltre a lui, altri 40 dei 44 imputati, sono stati riconosciuti colpevoli. Inoltre, la Corte, ha sancito un risarcimento di 1 milione e 300 mila euro per la Regione Lombardia, a causa del danno d'immagine subito dall'esistenza di un'organizzazione di stampo mafioso sul territorio.

Stando alle ricostruzioni degl’inquirenti, P.D: agiva spesso in compagnia della fidanzata A.Ri., detta Vanessa, che ieri è stata condannatai a 6 anni di reclusione. Oltre a loro, tra i condannati: A.C., 13 anni, ex direttore generale dell'Asl di Pavia, e I. P., a 12 anni, con l’accusa d’associazione mafiosa. Questo è risultato essere titolare di un'importante impresa edile di Cassago Brianza, infiltrata dalla 'ndrangheta. Per la Corte, il suddetto, avrebbe favorito l'infiltrazione. [MORE]

In particolare, secondo le accuse, D. P. 66 anni originario di Montebello Jonico, svolgeva il ruolo di usuraio ed estorsore per conto della famiglia 'ndranghetista di Desio. “Signora io non voglio farle del male. Al limite le faccio fallire il locale. Non voglio farle certe porcherie, però deve capire in quale m... mi ha messo suo figlio”, così si esprime D.P, in una delle intercettazioni telefoniche che vede come vittima un'anziana di Mornico (E. B.), titolare di una trattoria in paese, e suo figlio (G.G.). Al momento dell'intercettazione l'anziana aveva un debito con l’estortore di 11.800 euro, con un tasso d'usura oltre il 100%. Così, la vittima aveva dichiarato ai carabinieri, per poi ritrattare in aula, “Per autentica paura”, come ha sottolineato il sostituto procuratore antimafia Alessandra Dolci.

(fonte: Corriere della Sera)

Rosy Merola

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