Nessuna eredità, amico di famiglia ruba 2 milioni in gioielli a coppia di anziani
Cronaca Lombardia

Nessuna eredità, amico di famiglia ruba 2 milioni in gioielli a coppia di anziani

lunedì 14 aprile, 2014

MILANO, 14 APRILE 2014 - «Quando la morte mi chiamerà forse qualcuno protesterà dopo aver letto nel testamento quel che gli lascio in eredità […]». Così cantava Fabrizio De Andrè nella sua celebre canzone “Il Testamento”. E l’episodio di cronaca in questione, seppur in misura diversa, non si discosta da tali parole.

I protagonisti di quanto accaduto sono una malcapitata, quanto facoltosa, coppia di anziani, G.V. ex gioielliere di 79 anni e la moglie P.N. 75enne, ed un “amico” di famiglia, A.R. di 36 anni, il quale non appena saputo di essere stato escluso dall’eredità dei due ha deciso di mettere in atto un ingente furto ai loro danni.

Nella fattispecie la refurtiva comprendeva 1.580 gioielli, 280 anelli con pietre preziose, 60 collane d’oro, 50 paia di orecchini, corallo, perle e poi ancora spille, ciondoli, crocifissi, bracciali, orologi di importanti brand e anche d’oro. Il tutto per un totale di più di 2 milioni di euro da sommare agli oltre 30 milioni di euro in contanti.

Il fatto era avvenuto lo scorso 8 marzo, quando A.R., che da otto anni aiutava la coppia in varie faccende quotidiane, approfittando dell’assenza dei padroni di casa si è introdotto nel loro appartamento, del quale per altro possedeva le chiavi, mettendo in scena il furto.

Quest’oggi la polizia locale, coordinata dal pm Maria Teresa Latella, ha tratto in arresto l’uomo con l’accusa di furto aggravato. Ad incastrarlo, incredibile ma vero, i passaggi della sua auto in zona Ztl e in Area C, necessari per giungere nell’appartamento situato in via Vetere, zona Ticinese. Infatti, attraverso la visione dei filmati delle telecamere è stato possibile notare lo stesso cartone con il quale l’uomo si era coperto il volto per sfuggire all’identificazione.[MORE]

Durante l’interrogatorio l’uomo ha prima cercato di confermare il suo alibi costruito attraverso una chiamata alla madre, per poi confessare quanto fatto. Dalle dichiarazioni di A.R. sarebbe per l’appunto emerso come l’uomo abbia concepito il piano non appena scoperto di non essere presente in alcun modo nel testamento.

(Immagine da milano.repubblica.it)

Giovanni Maria Elia

 


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