'Ndrangheta: In atti Dda affermazioni sindaco Rende dimissionario
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RENDE (CS), 23 MARZO 2016 - Dieci persone sono state arrestate dai Carabinieri del Comando Provinciale di Cosenza su ordine della DDA di Catanzaro. Fra gli arrestatici sono un ex sottosegretario al Lavoro ex assessori e consiglieri, quattro esponenti di di vertice della cosca di 'ndrangheta "Lanzino-Rua'", egemone in provincia di Cosenza, per cui e' stata disposta la custodia in carcere mentre per gli altri si e' fatto ricorso alla misura dei domiciliari. [MORE]
L'ex Sottosegretario e' stato un sindaco di Rende, e Assessore e Consigliere Regionale della Calabria. Gli altri destinatari del provvedimento sono un ex Consigliere regionale della Calabria e Consigliere Comunale di Rende;un ex Sindaco di Rende ed ex Consigliere Provinciale; un ex Consigliere Provinciale di Cosenza ed ex assessore Comunale di Rende; un ex Assessore Comunale di Rende. I reati contestati a vario titolo sono concorso esterno in associazione mafiosa, voto di scambio, corruzione.
Aggiornamento ORE 16:19 in atti Dda affermazioni sindaco Rende dimissionario
"Mi hanno lasciato solo sulla strada del cambiamento". Era il 9 giugno del 2013 quando Vittorio Cavalcanti, sindaco di Rende eletto con i voti del ce ntro-sinistra, si dimetteva prununciando queste parola ai microfoni delle tv locali. Le inchieste giudiziarie della Dda di Catanzaro sull'attivita' del Comune erano gia' state avviate e una commissione d'accesso si era insediata per verificare eventuali condizionamenti mafiosi sulla macchina amministrativa. Negli atti dell'inchiesta "the system" della Dda di Catanzaro, che oggi ha portato all'arresto di 10 persone, ci sono anche le dichiarazioni dell'ex sindaco su pressioni subite al fine di agevolare gli elementi del clan Lanzino-Rua' assunti in alcune societa' controllate dal Comune.
E ci sono anche le testimonianze di funzionari e dipendenti comunali. In particolare, sotto la lente d'ingrandimento della magustratura il passaggio di alcuni esponenti della cosca Lanzino-Rua', dalla societa' "Rende 2000" alla "Rende Servizi". Tutti, secondo quanto accertato dalla magistratura inquirente, erano a conoscenza dello spessore criminale degli interessati, ma cio' non avrebbe impedito l'operazione nonostante le obiezioni avanzate da qualcuno. Fra questi, lo stesso ex sindaco Cavalcanti che avrebbe riferito agli inquirenti di aver dato indicazioni al riguardo trovando, pero', ostacoli nell'apparato comunale.
Aggiornamento ORE 12:44 Dda, clan chiese 100.000 euro a Principe
"A me mi deve dare i soldi..cento carte e facciamo quello che volete". Adolfo D'Ambrosio, considerato elemento di spicco della cosca Lanzino-Rua', avrebbe chiesto 100.000 euro per sostenere la candidatura di Sandro Principe. La frase e' stata intercettata nel carcere di Cosenza, durante un colloquio tra lo stesso D'Ambrosio, detenuto, e il figlio Aldo, avvenuto il 12 marzo 2014.
L'operazione contro la cosca di Rende e i politici della citta' del Cosentino, tra i quali l'ex sottosegretario di Stato, Principe, evidenzia, dunque, non solo favori e assunzioni, ma anche l'elargizione di denaro. Secondo questa intercettazione, infatti, servivano 100mila euro per garantire il sostegno. Non una novita', dal momento che Adolfo D'Ambrosio, anch'egli coinvolto nell'indagine, precisa che si tratta di un rapporto che sarebbe consolidato: "in silenzio sempre noi..come abbiamo sempre fatto!".
Secondo il gip Carlo Saverio Ferraro, firmatario dell'ordinanza, "queste circostanze evidenziano l'esistenza di un legame
Aggiornamento ORE 11:53 - Magorno (Pd), arresti lasciano sbigottiti
"Le vicende giudiziarie di cui si e' avuta notizia in queste ore ci lasciano sbigottiti. Esprimo piena fiducia nel lavoro della magistratura e delle forze dell'ordine che fara' piena luce sui fatti e accertera' con chiarezza ogni eventuale responsabilita'. Nello stesso tempo, ci auguriamo che gli esponenti del nostro Partito coinvolti riusciranno a chiarire la loro posizione". E' quanto afferma il segretario e del Partito Democratico calabrese, Ernesto Magorno, in merito all' operazione condotta dal comando provinciale dei Carabinieri di Cosenza che questa mattina ha portato all' arresto di amministratori e politici.
"Il nostro Partito - aggiunge - deve rimanere unito: abbiamo salde radici democratiche e solidali che ci permetteranno di affrontare al meglio questo ulteriore momento difficile, respingendo, con la autenticita' dei valori e della amore per la nostra terra, ogni tentativo di cavalcare il vento dell' antipolitica per vanificare i tanti sforzi di cambiamento, legalita' e trasparenza che stiamo attuando con grande impegno".
Aggiornamemto ORE 11:27 - 'Ndrangheta:corruzione elettorale e concorso esterno per Principe
Sono di corruzione elettorale aggravata e concorso esterno in associazione per delinquere di stampo 'ndranghetista le accuse formulate dalla Dda di Catanzaro nei confronti di Sandro Principe, ex assessore regionale, ex deputato ed ex sottosegretario di Stato, oltre che in passato sindaco di rende (Cs). arrestato stamane nell'ambito dell'inchiesta, eseguita, dai Carabinieri del comando provinciale di Cosenza. Per Principe sono stati disposti gli arresti domiciliari.
della cosca Lanzino-Rua', avrebbe chiesto 100.000 euro per sostenere la candidatura di Sandro Principe. La frase e' stata intercettata nel carcere di Cosenza, durante un colloquio tra lo stesso D'Ambrosio, detenuto, e il figlio Aldo, avvenuto il 12 marzo 2014.
L'operazione contro la cosca di Rende e i politici della citta' del Cosentino, tra i quali l'ex sottosegretario di Stato, Principe, evidenzia, dunque, non solo favori e assunzioni, ma anche l'elargizione di denaro. Secondo questa intercettazione, infatti, servivano 100mila euro per garantire il sostegno. Non una novita', dal momento che Adolfo D'Ambrosio, anch'egli coinvolto nell'indagine, precisa che si tratta di un rapporto che sarebbe consolidato: "in silenzio sempre noi..come abbiamo sempre fatto!".
Secondo il gip Carlo Saverio Ferraro, firmatario dell'ordinanza, "queste circostanze evidenziano l'esistenza di un legame storico tra l'intero gruppo criminale e Sandro Principe, oltre che dell'effettivo e produttivo impegno elettorale fornito nel passato in favore di quest'ultimo, in modo 'silenzioso', accorto, al fine di non compromettere i politici favoriti".
Aggiornamento ORE 11:20 Dda, "sistematica elargizione favori" politici-clan
Ci sono le dichiarazioni di alcuni pentiti, rispetto alle quali sono stati effettuati diversi riscontri, all'origine dell'operazione di oggi, che ha portato all'arresto di 10 persone, fra cui esponenti politici calabresi, su ordine della Dda di catanzaro.
In particolare, secondo gli inquirenti, l'accordo fra esponenti della cosca Lanzino-Rua', prevedeva, a fronte di richieste di consensi elettorali, una "sistematica elargizione di favori" da parte di alcuni esponenti politici dell'amministrazione comunale di Rende in un arco temporale polto prolungato. Beneficiari di questo sistema, sempre secondo l'accusa, personaggi della criminalita' organizzata cosentina. Il tramite fra la cosca e i politici sarebbe stato Adolfo D'Ambrosio, al quale i politici si rivolgevano.
Al centro dello scambio di favori, sarebbe stata la societa "Rende 2000", poi divenuta "Rende Servizi", nella quale venicano assunti elementi gravitanti nell'area della cosca. Per un certo periodo, nella societa' sarebbe stato assunto lo stesso boss Lanzino.
Secondo quanto riferito da alcuni pentiti, una parte delle retribuzioni percepite dai personaggi assunti, che neanche si presentavano sul posto di lavoro pur percependo lo stipendio, finiva nella "bacinella" del clan.
Gli episodi riportati nell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Catanzaro, Carlo Saverio Ferraro, nei confronti di esponenti politici e mafiosi di Rende, tra i quali l'ex sottosegretario di Stato, Sandro Principe, couinvolti nell'operazione, denominata "the system" sono diversi. Tra questi, l'impegno dell'allora sindaco Sandro Principe per la gara d'appalto del Comune di Rende relativa alla gestione del bar Colibri', assegnata nonostante avesse partecipato solo Robertina Basile, moglie di Adolfo D'Ambrosio, coinvolto nell'inchiesta e considerato elemento di spicco della cosca Lanzino-Rua'. Lo stesso Principe, secondo l'accusa, anche durante la legislatura del sindaco Umberto Bernaudo, avrebbe permesso di ottenere una compensazione di un debito di D'Ambrosio con il Comune in cambio di opere non precisate.
A Principe e' contestata anche la riassunzione di Adolfo D'Ambrosio quale lavoratore socialmente utile, nonostante fosse rimasto coinvolto nell'operazione "Twister" che aveva determinato la sospensione dal servizio. Lo stesso Principe si sarebbe preoccupato di garantire il passaggio da 18 a 24 ore lavorative per l'esponente della cosca.
Nell'ordinanza si fa riferimento pure a erogazioni pubbliche sollecitate dallo stesso Principe a favore della cooperativa Europa Service 2010, riconducibile sempre a D'Ambrosio. Nulla sarebbe sfuggito in questo scambio di favori, e persino il presidente del circolo "Anziani e giovani" sarebbe stato concordato tra Principe, Bernaudo e la cosca Lanzino-Rua', con l'affidamento del ruolo a Francesco Iirillo, figlio di Giuseppe che e' considerato elemento di primo piano del clan. Tra gli episodi ricostruiti anche 23 assunzioni di esponenti del clan nella cooperativa Rende 2000.
Aggiornamento ORE 11:06 voto di scambio, gli arrestati
Sono 10 le persone arrestate oggi nell'ambito dell'operazione della Dda di Catanzaro, eseguita dai Carabinieri, su un presunto voto di scambio fra 'ndrangheta e politici. Oltre all'ex sottosegretario Sandro Principe, figurano nell'elenco l'ex sindaco di Rende, Umberto Bernaudo, l'ex consigliere regionale Rosario Mirabelli, l'ex consigliere provinciale Pietro Ruffolo e l'ex consigliere comunale di Rende, Giuseppe Gagliardi.
Fra i destinatari delle misure quattro elementi di spicco della cosca Lanzino-Rua': Adolfo D'Ambrosio, di 49 anni, Michele Di Puppo di 52, Francesco Patitucci di 56 e Umberto Di Puppo di 47. Misura cautelare anche per anche Marco Paolo Lento, di 41 anni. L'inchiesta e' stata condotta dai sostituti procuratori della Dda di Catanzaro Vincenzo Luberto e Pierpaolo Bruni. (Agi)