'Ndrangheta: arresto latitante, ritenuto reggente cosca Cordì
Cronaca Calabria Reggio Calabria

'Ndrangheta: arresto latitante, ritenuto reggente cosca Cordì

venerdì 13 marzo, 2020

BRUZZANO ZEFFIRIO (RC), 13 MAR - Erano sulle tracce di Cesare Antonio Cordì, figlio di Antonio detto "u ragiuneri", attualmente in carcere, già dallo scorso mese di settembre gli investigatori dell'Arma che lo hanno arrestato nel piccolo centro aspromontano dove si era nascosto. Cordì, ritenuto l'attuale reggente dell'omonima cosca di Locri, è stato trovato nella tarda serata di ieri all'interno di un'abitazione, apparentemente disabitata,che l'uomo probabilmente era costretto a lasciare, in questi giorni di emergenza sanitaria, seppure con fugaci uscite, per andare a fare la spesa. Avuta la certezza della presenza di Cordì all'interno della casa i carabinieri sono intervenuti con un'azione fulminea che non ha consentito all'uomo di poter scappare.

L'uomo era ricercato dall'agosto scorso quando i militari del Comando provinciale di Reggio Calabria, coordinati dalla Procura di Reggio Calabria, con l'operazione "Riscatto" avevano assestato un duro colpo alla cosca locrese per i reati di associazione di tipo mafioso, estorsione, danneggiamento seguito da incendio, illecita concorrenza con minaccia o violenza, trasferimento fraudolento di valori, detenzione e porto in luogo pubblico di armi, con l'aggravante di aver agito per favorire gli interessi della 'ndrangheta. Gli investigatori sottolineano il profilo economico della figura di Cesare Antonio Cordì all'interno della cosca.

Tofalo ringrazia l'Arma
"La lotta alla criminalità organizzata continua senza tregua anche in condizioni di grave emergenza come quelle che stiamo vivendo in queste ore. La notte scorsa infatti i Carabinieri dello Squadrone eliportato Cacciatori di Calabria, con il supporto dell'Arma territoriale di Locri, hanno arrestato Cesare Antonio Cordi', esponente di spicco della 'ndrangheta". Lo afferma, in una nota, il sottosegretario alla Difesa Angelo Tofalo. "Il latitante è stato individuato - aggiunge - a seguito delle violazioni delle prescrizioni decise dal governo per l'emergenza coronavirus. Ringrazio tutto il personale dell'Arma dei Carabinieri e di ciascuna Forza armata che, continuando ad operare con il massimo dell'impegno, fanno sentire sempre più forte la presenza dello Stato a salvaguardia della legalità e della sicurezza collettiva".


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