Natale: Lasciarsi incontrare dal Signore senza arrossire
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Augurando Buon Natale a tutti i lettori di InfoOggi, inizio la mia riflessione ponendo a me stesso delle domande. Ma quel fuoco che arde dentro il cuore di ogni cristiano che fine ha fatto? Perché non viene fuori, specie nei giorni del Natale del Signore? Come mai appare ogni tanto come un sole pallido, pronto ad essere spazzato via dalla bufera del relativismo che nutre le nostre relazioni? Per quale motivo la vergogna si impossessa della nostra mente quando dovremmo rispondere dal vangelo ad alcune osservazioni atee? Il vangelo non è per l’uomo del mondo, ma per l’uomo nel mondo che ha la forza e l’autorevolezza di guidarlo verso la redenzione e non per farsi condurre verso la perdizione. Che questo Natale possa esplodere nella grandezza del suo mistero, innanzitutto nella nostra vita, per poi contagiare il vicino più prossimo o chi forse ci osserva da lontano!
Incontreremo di sicuro il Signore che nasce; sapremo veramente cosa rappresenti la Sua venuta; saremo artefici privilegiati di un evento imperscrutabile, reso oggi inesploso dalla reiterata e “vellutata” indifferenza umana. Ma soprattutto capiremo che il Natale del Signore è qualcosa di molto reale! Cosa è il Santo Natale? Sembra questa una domanda banale, con una risposta quasi scontata! Ma è proprio così? Personalmente penso che si tratti di un interrogativo, ancor di più oggi, essenziale e per nulla ordinario. Un quesito che forse farà sorridere qualcuno con ironia, ma che comunque voglio provare a rivolgere a me stesso e a tutti i cristiani, prima che ad ogni qualunque uomo credente o meno. È un atto dovuto in una società dove spesso si confonde la tradizione con la consapevolezza interiore di un mistero, che rappresenta la “pietra d’angolo” della fede cristiana.
La chiave di volta, indispensabile per scaricare il peso delle illusioni mondane sui “pilastri laterali” della propria conversione, aprendosi ad una umanità segnata e illuminata dalla Parola del vangelo. Papa Francesco con il suo parlare diretto al cuore ricorda che il Natale non è solo una cosa bella o una importante consuetudine millenaria e sottolinea: “Il Natale è di più: noi andiamo per questa strada per incontrare il Signore. Il Natale è un incontro! E camminiamo per incontrarlo: incontrarlo col cuore, con la vita; incontrarlo vivente, come Lui è; incontrarlo con fede…”. Alla fine del suo pensiero ci consegna un messaggio chiaro e illuminato che pone tutti sulla strada giusta, per comprendere il Santo Natale intimamente e socialmente. “…E più che essere noi ad incontrare il Signore”, sottolinea il Pontefice, “è importante lasciarci incontrare da Lui”. Farlo senza arrossire.
Il mio maestro spirituale ci aiuta con le sue riflessioni a far nostra questa grande e illuminante verità del successore di Pietro, preparandoci a questo incontro che cambia la nostra vita e quella di chi ci sta vicino. Per il teologo calabrese non si tratta certo di allestire un albero, impiantare un presepio, preparare un cenone, fare dei regali, vivere dei momenti insieme attorno ad una tombola, un mazzo di carte, qualche altro gioco. Neanche è questione di viaggi esotici o di giorni da trascorrere in alta montagna o in qualche casolare sperduto tra i boschi. Tutte queste cose possono esserci, ma non fanno il Natale vero! Per lasciarci incontrare dal Signore dobbiamo perciò preparare per Lui la strada dentro di noi. Così, in proposito, il sacerdote:
“Il Natale del Signore è cosa seria, molto seria. Il Natale del Signore sarà vero se Cristo nasce in noi, se il nostro corpo diviene il corpo di Cristo, se attraverso il nostro corpo Cristo Gesù nasce in ogni altro uomo. È falsa ogni nascita in noi che non divenga nascita per gli altri. È falsa ogni nascita in noi, se noi non nasciamo alla luce, alla verità, alla pienezza della grazia, in una obbedienza perfetta ad ogni Parola del Signore. È falsa ogni nascita in noi, se ci chiudiamo nel nostro egoismo e non facciamo della vita una perenne Eucaristia, una condivisione, anche del nostro corpo e del nostro sangue, così come ha fatto Gesù Signore”.
Se noi cristiani non attualizzeremo questi santi aspetti nella nostra normale quotidianità, qualunque sia il nostro peso sociale, culturale ed economico, non ci faremo mai incontrare dal Signore. Di riflesso permetteremo che il nostro Natale rischi di essere il mistero inesploso nella sua vera grandezza e infinita magnificenza. Se questo è vero significa che la nostra società è ormai arrivata alla frutta. Non a caso tende sempre di più a tranquillizzare la sua coscienza, investendo sulla perfezione della forma, della liturgia, dell’innovazione, delle pubblicazioni, delle feste di solidarietà. Veri specchietti per le allodole in un mondo di plastica, corrotto e violento, che ha smarrito la sua anima. Riprendiamoci il Natale senza arrossire e filosofeggiare o curando solo gli aspetti materiali. C’è ben altro sul piatto della vita! La risposta celeste e storica per potersi salvare. Scusate se è poco!
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