Napolitano:"Quei manifesti a Milano sono una ignobile provocazione"
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ROMA, 19 aprile 2011. – Con una lettera inviata al Vice Presidente del Csm Vietti, e diramata dall’Ufficio Stampa del Quirinale, il Presidente della Repubblica Napolitano, interviene sul delicato momento istituzionale che attraversa il Paese e che riguarda ancora una volta lo scontro tra i poteri dello Stato.
Secondo quanto scrive il capo dello Stato, il conflitto tra il potere esecutivo e quello giudiziario ha infatti superato i limiti delle competenze proprie fino a coinvolgere direttamente la società civile, con la manifestazione propagandistica dei poster affissi a Milano che equiparano con una “ignobile provocazione” le personalità della Magistratura a quelle delittuose delle BR.[MORE]
Scrive Napolitano: “Il prossimo 9 maggio si celebrerà al Quirinale il Giorno della Memoria delle vittime del terrorismo e delle stragi di tale matrice. Quest'anno, il nostro omaggio sarà reso in particolare ai servitori dello Stato che hanno pagato con la vita la loro lealtà alle istituzioni repubblicane. Tra loro, si collocano in primo luogo i dieci magistrati che, per difendere la legalità democratica, sono caduti per mano delle Brigate Rosse e di altre formazioni terroristiche. Le sarò perciò grato se - a mio nome - vorrà invitare alla cerimonia i famigliari dei magistrati uccisi e, assieme, i presidenti e i procuratori generali delle Corti di Appello di Genova, Milano, Salerno e Roma, vertici distrettuali degli uffici presso i quali prestavano la loro opera Emilio Alessandrini, Mario Amato, Fedele Calvosa, Francesco Coco, Guido Galli, Nicola Giacumbi, Girolamo Minervini, Vittorio Occorsio, Riccardo Palma e Girolamo Tartaglione.
La scelta che oggi annunciamo per il prossimo Giorno della Memoria costituisce anche una risposta all'ignobile provocazione del manifesto affisso nei giorni scorsi a Milano con la sigla di una cosiddetta "Associazione dalla parte della democrazia", per dichiarata iniziativa di un candidato alle imminenti elezioni comunali nel capoluogo lombardo. Quel manifesto rappresenta, infatti, innanzitutto una intollerabile offesa alla memoria di tutte le vittime delle BR, magistrati e non. Essa indica, inoltre, come nelle contrapposizioni politiche ed elettorali, e in particolare nelle polemiche sull' amministrazione della giustizia, si stia toccando il limite oltre il quale possono insorgere le più pericolose esasperazioni e degenerazioni. Di qui il mio costante richiamo al senso della misura e della responsabilità da parte di tutti".