Muore in ospedale a soli 9 anni, Filadelfia in lutto per la piccola Sara Michienzi
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LAMEZIA TERME, 28 FEBBRAIO - "Il nome della piccola Sara Michienzi e' appena entrato nella triste lista di morti per malasanita' e fra non molto per qualcuno si trasformera' nel numero di una fredda "statistica". Si apriranno ancora una volta indagini interne e processi. Arrivera' ancora una volta la Commissione parlamentare d'inchiesta ma intanto, la famiglia e la comunita' di Filadelfia, a cui va tutta la vicinanza, piangono la piccola Sara morta a soli 9 anni dopo un banale intervento chirurgico".[MORE]
E' quanto afferma Mimma Iannello, segretaria della Cgil Calabria. "Un'altra vita immolata sull'altare di un sistema sanitario pure con buone pratiche - aggiunge la sindacalista - ma complessivamente insicuro e debole di dirigenza e di professionalita' in grado di assicurare l'organizzazione dei servizi attorno a standard di qualita' e appropriatezza. La Calabria e' ormai un calvario di famiglie che piangono i loro cari e di tribunali che si affollano di figure sanitarie indagate per negligenze ed imperizie risultate fatali per i loro pazienti. Sara' la magistratura a stabilire le cause del decesso della piccola Sara ma la storia sanitaria e' ormai costellata di sentenze che evidenziano quanto la vita umana sia legata sempre piu' alla scarsa scrupolosita' etica e professionale di figure sanitarie spesso deficitarie di competenze tecnico-specialistiche. Da anni vengono prospettate interventi per accrescere la qualita' dei servizi ma da anni, fra un'attesa e l'altra di cambiamento, continua la strage di innocenti per errori sanitari che si consumano non per fatalita', ma per tragica superficialita' e per l'insicurezza dei percorsi clinici dei diversi livelli di assistenza. Errori su errori che evidenziano quanto profondo sia il bisogno di liberare la sanita' dalla propaganda politica per consegnarla ad un processo serio, profondo e percepibile di riqualificazione dell'offerta assistenziale che non si esaurisca in tagli indiscriminati ai servizi o nel solo varo di una normativa sul rischio clinico o di linee guida sulla formazione. Serve passare dalle azioni sulla carta alla consistenza di una pratica che introduca elementi concreti di qualita' del sistema. C'e' percio' la cosciente e amara sollecitazione della Cgil alla Regione e alla dirigenza aziendale - conclude la Iannello - di un cambio di passo della propria azione per contrastare l'abbassamento della qualita' e della sicurezza delle cure verso cui servono risorse ed azioni gestionali mirate, a partire da piani formativi aziendali per l'aggiornamento professionale delle risorse umane in grado di innalzare le competenze medico-scientifiche, dalla messa in sicurezza di molte strutture e dall'ammodernamento dei mezzi e della strumentazione sanitaria in molti casi obsoleta e rischiosa".