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MOSCA, 18 DICEMBRE 2013 - "Libertè" avrebbero urlato i francesi un tempo, e quel tempo è arrivato oggi per gli Arctic 30 e le Pussy Riot per i quali è stata approvata l'amnistia. Tempestivo il comunicato stampa di Greenpeace:
"Il Parlamento russo ha formalizzato quest’oggi il provvedimento di amnistia che conclude il procedimento legale aperto contro gli Arctic30.
I 26 attivisti non russi saranno liberi di tornare a casa dalle loro famiglie non appena sarà loro riconosciuto il visto di uscita da parte delle autorità russe. [MORE]
“Sembra che io possa finalmente tornare a casa”, afferma Cristian D’Alessandro, unico italiano tra gli Arctic30. “Sono ancora abbastanza amareggiato – continua – perché non dovrebbe essere così: c’è una corte internazionale che ha ordinato il nostro immediato rilascio. Abbiamo passato più di due mesi in carcere per niente, stanno ancora cercando prove che non troveranno mai perché, secondo i nostri principi di pacifismo e non violenza, non c’è niente che possa essere ricondotto ad accuse di vandalismo o pirateria. Sono passati tre mesi da quando tutto questo è iniziato, quindi sì, voglio tornare a casa!”, conclude D’Alessandro."
La Duma russa ha quindi approvato definitivamente il progetto di Amnistia presentato dal presidente Vladimir Putin. Il testo iniziale, il quale non includeva l'amnistia per Pussy Riot e Arctic 30 prevedeva che le persone sotto inchiesta con l'accusa di teppismo o reati di portata analoga potessero essere amnistiati solo dopo una sentenza. Ma con l'emandamento votato oggi, la visuale diventa più rosea e se la parola "démocratie" è ancora oscurata da una folta coltre di nubi, la parola "libertà" affiancata al caso degli Arctic 30 e delle Pussy Riot lascia ben sperare, sebbene non sia la soluzione al terribile (e temibile) autoritarismo che vige in Russia.
Ma la buona notizia, ora, è che gli Arctic 30 potranno ritornare a casa si spera in pochi giorni, stessa cosa vale per le Pussy Riot così come scritto in un tweet lanciato dal profilo #FreePussyRiot: "Masha and Nadia maybe home soon!". Nessuna amnistia invece per l'oligarca Mikhail Khodorkovsky, sarebbe uno sforzo enorme per il Presidente russo, un muro invalicabile.
(immagine da radiondaurto.org)
Rossella Assanti