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NAPOLI, 1 MARZO - Dopo tante polemiche, condite l’ultima settimana anche da frecciatine a distanza fra i due allenatori sugli errori arbitrali, arriva finalmente il verdetto del campo sulla sfida fra prima e seconda (già non più) del campionato: Milan – Napoli 3-0.[MORE]
Risultato inappellabile: il Milan si porta a +5 sulla più diretta inseguitrice (adesso l’Inter), mentre il Napoli esce ridimensionato dallo scontro diretto al vertice, non tanto per la sconfitta ma per il non gioco espresso.
Complice la scelta (inusuale per il calcio nostrano) di far giocare l’incontro di lunedì sera, come un posticipo dei posticipi, tutti i riflettori sono puntati sullo stadio di San Siro, dove per l’occasione si sono radunati anche oltre 10000 tifosi napoletani, entusiasti di poter assistere, dopo tanti anni, di nuovo ad una sfida scudetto che abbia come protagonista la propria squadra.
Purtroppo rimarranno alquanto delusi dallo spettacolo offerto: non degno di due squadre di altissima classifica.
Primo tempo brutto, povero di gioco e di occasioni nitide. Soprattutto il Napoli appare irrigidito dall’importanza della gara: nei primi minuti scavalca sistematicamente il centrocampo, agevolando la difesa milanista che può chiudere senza troppe difficoltà sull’unica punta Cavani; quando invece cerca di impostare, pecca pericolosamente di precisione. Pochi sporadici spunti arrivano solo dalla destra, con l’accoppiata Hamsik – Maggio, ma comunque il rientrante Jankulovski se la cava bene in copertura.
D’altra parte crea poco anche il Milan, sofferente per il pressing degli azzurri, con gli attaccanti napoletani che seguono i portatori di palla fin nella loro area. E così il Diavolo si affida spesso a velleitari tiri da lontano; bravo invece Aronica a chiudere su due situazioni in area diventate rocambolescamente critiche.
Finito l’intervallo, dagli spogliatoi esce una sola squadra: il Milan.
Il Napoli ricomincia come aveva terminato: troppo impaurito e teso, con errori in impostazione, in disimpegno, in appoggio; senza gambe e senza testa: irriconoscibile.
Al 47° Van Bommel, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, ha tutto il tempo di tirare indisturbato: bravo De Sanctis a deviare. Ma sullo sviluppo successivo dell’azione, da una mischia in area scaturisce un salto scomposto di Aronica, che per interporsi fra l’attaccante e la palla, alza troppo il braccio: fallo di mano e rigore dubbio (davvero difficile capire chi fra l’attaccante milanista e il difensore partenopeo tocchi per primo il pallone e se quindi Aronica sia impossibilitato o meno a schivarlo vista la distanza impercettibile). Più grave comunque, da parte della terna, non aver fischiato una punizione a favore di Cannavaro, nettamente spinto da Ibrahimovic (immediatamente prima del presunto fallo da rigore): lo stesso Zlatan si incarica di calciare dal dischetto e non sbaglia.
Chi si aspetterebbe a questo punto una reazione d’orgoglio da parte del Napoli, rimane invece deluso: al contrario è De Sanctis (in serata di grazia) a salvare per due volte il passivo ancora recuperabile, con un primo intervento prodigioso ed un secondo addirittura miracoloso prima su Pato e poi su Robinho (da distanza ravvicinata). Ma i compagni vanificano la sua prestazione, non riuscendo nemmeno ad alleggerire la pressione.
Tra il 76° e il 78° si scatena il papero rossonero. In due occasioni scappa imprendibile in contropiede: la prima volta regala l’assist per il facile tap-in di Boateng; la seconda volta si mette in proprio, scherza con i due centrali avversari e poi da fuori area tira a giro appena sotto l’incrocio.
3-0 e partita finita. Cala il sipario su una pessima serata per il Napoli, che si risveglia traumaticamente da un sogno chiamato scudetto e si scopre ancora troppo piccolo per le due milanesi.