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Milik, Perin, Zaniolo: maledizione crociati bis. Prof.Tranquilli: "Protocolli standard, preparazione non c'entra".
ROMA, 08 SET - Prima la paura, poi la speranza, infine lo sconforto. Non doveva capitare, invece capita a un calciatore di finire sotto i ferri per la seconda volta nel giro di un semestre, per la seconda rottura del legamento di un ginocchio. In talune circostanze si tratta di ricadute, ma ci sono casi in cui, come è capitato al romanista Zaniolo, che a saltare siano i legamenti non operati.
La lista dei "perché proprio a me?" è lunga. In principio fu Francesco Rocca, la cui carriera venne di fatto stroncata da un doppio infortunio ai legamenti. 'Kawasaki' era il futuro della Nazionale, ma la sua carriera entrò in un tunnel senza uscita. Poi toccò a un altro romano adottivo come Carlo Ancelotti, che comunque riuscì in seguito a giocare nel Milan degli olandesi. A proposito di romanisti, l'olandese Kevin Strootman (ieri sera era in panchina ad Amsterdam) passò più tempo in infermeria che in campo, sempre per la rottura dei crociati.
Anche il portiere Mattia Perin, astro nascente dei pali, si vide tarpare le ali da un doppio infortunio nel Genoa. La lista prosegue con Leonardo Pavoletti del Cagliari che si ruppe il crociato sinistro, lo stesso lesionato ad agosto 2019, a inizio campionato. Stessa sorte per Arkadiusz Milik, attaccante del Napoli, che s'infortunò al crociato sinistro l'8 ottobre 2016 e rientrò il 13 febbraio 2017. Quello stesso anno Milik riporterà identico infortunio allo stesso ginocchio. Alessandro Florenzi s'infortunò una prima volta nel settembre 2016, per rientrare in campo il 13 febbraio 2017.
La vera fatalità riguarda il secondo infortunio, sempre al crociato, dopo appena tre giorni dal rientro in campo, il 16 febbraio 2017. Faouzi Ghoulam rimediò la rottura del crociato destro nel novembre 2017. Nel giorno del suo rientro in campo finì ancora KO, questa volta per la frattura della rotula del ginocchio. E che dire di Giuseppe Rossi? Il destino è stato davvero beffardo con lui. Subì la rottura del crociato nell'ottobre 2011 e il 6 gennaio 2014 riporterà un altro infortunio al crociato. Nell'agosto dello stesso anno subirà la rottura del legamento crociato mediale. In totale ha collezionato 1.241 giorni di stop.
Anche Claudio Marchisio rientra fra i calciatori tormentati dagli infortuni, con due crociati rotti: prima il ginocchio destro, poi il sinistro. Marchisio si lesionò il crociato collaterale destro il 18 agosto 2013. Dopo appena tre anni, il aprile 2016, fece crack il ginocchio sinistro (rottura del crociato anteriore). "C'è un numero considerevole di calciatori già operati e poi incappati in un secondo infortunio. I tempi di recupero, però, non c'entrano, perché i protocolli ormai sono standardizzati. L'unica spiegazione è legata al caso: chi ha subito un trauma una prima volta, può subirlo anche una seconda volta. Non credo ci sia una correlazione diretta con l'intervento chirurgico, anzi ritengo che l'intervento stabilizzi bene il ginocchio, irrobustendolo e preservandolo - spiega Carlo Tranquilli, specialista in medicina dello sport, a proposito del secondo infortunio di Zaniolo. "L'atleta operato spesso è più forte di quello non operato, aggiunge, diventa quasi invulnerabile. Se dovessi scegliere fra un calciatore già operato al legamento del ginocchio e un altro, sceglierei il primo, perché mediamente è più preparato. Questo tipo d'infortuni sono frutto del caso. Non c'entrano i tempi di recupero o la preparazione. I tempi di rimessa in campo sono standardizzati".