Milano, si spengono le luci sulla settimana della moda: restano le ombre della crisi
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MILANO, 28 FEBBRAIO 2012- Quando nemmeno una delle settimane più glamour riesce a scuotere Milano, è davvero sintomo che la crisi economica è tangibile, percepita in maniera forte soprattutto dall'indotto che ruota intorno alla moda, che non riesce a risollevarsi da questo momento difficile. Infatti, se gl'operatori della moda tracciano un bilancio positivo della settimana della moda, "La presenza di giornalisti e buyer ci soddisfa e il polo delle sfilate al Castello Sforzesco ha funzionato", come ha dichiarato Mario Boselli, presidente della Camera della Moda, lo stesso non può essere affermato da albergatori, ristoratori, gestori di locali notturni, tassisti che lamentano un magro giro d'affari. In particolare si stima una flessione degl'introiti fra il 10 e il 35 per cento.
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Come ha sottolineato Alfredo Zini, vicepresidente di EpamUnione del Commercio, che rappresenta i ristoratori, "I giapponesi non vengono più a Milano, i piccoli compratori hanno disertato la kermesse, l’atteso boom dei cinesi non c’è stato e chi deve seguire le sfilate per lavoro, se può, risparmia". Inoltre, secondo le stime di Epam, il calo del giro d'affari si dovrebbe aggirare intorno al 20 per cento per le società di catering rispetto al 2011, sintomo che le case di moda hanno applicato un regime di austerity ai grandi eventi.
In sofferenza anche gli hotel che, secondo Federalberghi Milano, hanno evidenziato "un calo di presenze del 15 per cento rispetto a dodici mesi fa, con incassi scesi del 25 per cento. Fuori dal centro va anche peggio. E a salvare il salvabile sono i visitatori russi, sempre più numerosi. "Nonostante i prezzi teorici delle stanze restino gli stessi di sempre, ci si accontenta di molto meno per non lasciare stanze vuote. Una doppia in un hotel 5 stelle, venduta a 600 euro per notte sul sito dell’albergo, prenotata in Internet ne costa 450, di cui 100 li trattiene l’operatore web (Booking, Expedia o Venere)".
Stesso discorso per le discoteche, "Se qualche anno fa le griffe investivano cifre da capogiro per le feste, ormai ti chiedono il locale gratis come location, ottenendo rifiuti" sostiene Roberto Cominardi, presidente del Silb, l’associazione dei 160 locali da ballo in città.
Tuttavia, i più colpiti dalla crisi sembra essere la categoria dei tassisti. Si stima che quest'anno, nel corso della settimana della moda, ci sia stato un calo degl'introiti del 30 per cento rispetto all’anno passato. Per Nereo Villa, presidente del sindacato Satam, "Nei giorni di sfilate abbiamo perso un terzo delle chiamate, in linea con i recenti eventi fieristici in città". Questo, se da un lato è giustificato dal fatto che le case di moda offrono spesso i propri servizi di trasporto, da un altro è dovuto essenzialmente dal minor afflusso di pubblico e dalla tendenza a non spendere, "Fino a un paio di anni fa nei giorni della moda a Milano non camminavi in questi giorni nelle strade la presenza delle sfilate era appena percettibile", conclude Giuseppe Gissi, vicepresidente di Epam.
(Fonte: La Repubblica. Fotogramma: ilovefashion.it)
Rosy Merola