Migranti, Salvini: "Sarò rigoroso fino al ritorno alla normalità"
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ROMA, 23 AGOSTO – “Sarò giusto e rigoroso fino a quando non ci sarà una normalità”. Così Matteo Salvini, ministro dell’Interno, ha parlato alla radio della linea che continuerà a seguire in materia di immigrazione, nel corso di un’intervista rilasciata in merito al nuovo caso Diciotti.[MORE]
Per Salvini, “l’Italia non è un campo profughi” e “siccome all’Europa diamo ogni anno sei miliardi di euro in più rispetto a quello che torna indietro, con la mia autorizzazione in Italia adesso non scende nessuno”. Il ministro dell’Interno si è poi chiesto come mai la nave Diciotti si trovasse in acque maltesi, soprattutto in considerazione del fatto che “Malta non fa il suo dovere e si volta dall’altra parte facendo passare qualsiasi imbarcazione”.
Il capo del Viminale ha quindi affrontato la questione relativa ad un possibile intervento della Procura, che ha aperto un fascicolo di inchiesta per sequestro di persona contro ignoti. “Perché indagare contro ignoti? Io sono qua, mi autodenuncio, sono il Ministro dell’Interno e ritengo mio dovere difendere la sicurezza ed i confini del Paese” ha dichiarato Salvini.
Il vicepremier si è inoltre detto tranquillo circa un possibile intervento del Quirinale, a più riprese paventato dalla stampa. Per il numero uno del Carroccio, infatti, i giornali “non sanno come riempire le pagine ora che il calciomercato è chiuso”.
Per quanto riguarda i rapporti con gli alleati di governo del M5S, Salvini ha sottolineato di lavorare “benissimo ed in perfetta sintonia” con il primo ministro Conte e di essere sulla stessa lunghezza d’onda del ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio. Parole più taglienti, invece, sono state riservate a Roberto Fico, Presidente della Camera, “accusato” di dire “esattamente l’opposto degli esponenti del proprio partito”.
In chiusura, con un pensiero al futuro, Salvini ha ribadito che la priorità non è la redistribuzione dei migranti nei Paesi europei, quanto piuttosto la realizzazione di sportelli europei nei Paesi di provenienza, per individuare all’origine chi effettivamente abbia diritto ad arrivare in Europa – in aereo – e chi, invece, non debba neppure partire.
Paolo Fernandes
Foto: liberoquotidiano.it