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MEDITERRANEO, 29 GENNAIO 2018 - Circa ottocento migranti sono stati tratti in salvo nelle acque del Mediterraneo in ben cinque diverse operazioni dopo giorni di calma apparente. I soccorsi sono stati coordinati dalla Centrale Operativa della Guardia Costiera a Roma, del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. I corpi senza vita recuperati sono due. I migranti, come si legge in una nota Guardia costiera, si trovavano a bordo di due barconi, due gommoni e un barchino. Hanno preso parte alle operazioni di soccorso un’unità del dispositivo Eunavformed, una unità della Guardia di Finanza e unità ONG.
La denuncia arriva da nave Aquarius, imbarcazione di Sos Mediterranee su cui opera un team sanitario di Medici senza frontiere, attualmente in missione nel Mediterraneo centrale. In un tweet, i volontari della Ong fanno sapere che erano stati inviati dalla sala operativa di Roma nel punto in cui si trovava un gommone carico di migranti ma, giunti in zona, hanno ricevuto da parte di una motovedetta libica l’ordine di non avvicinarsi: «Siamo stati testimoni di un’altra intercettazione della Guardia costiera libica in acque internazionali. Sentivamo urla e richieste di aiuto provenire dal gommone in difficoltà, ma i libici ci hanno ordinato di allontanarci». È l’ennesimo episodio in cui le Ong denunciano l’approccio della Guardia costiera libica e sostiene che i loro non sono salvataggi dal momento che i migranti vengono riportati nei campi di detenzione.
«La gente era già in acqua, 83 sono ora salvi ma non è stato possibile rianimare due donne che lasciano orfani due bambini» i volontari ritengono che anche altri migranti siano morti annegati e tra loro alcuni bambini, mentre sette di loro sono stati salvati: avevano ingerito grandi quantità di acqua di mare e, a causa della gravità delle loro condizioni, sono stati prelevati da due elicotteri della Marina italiana e trasferiti d’urgenza a Sfax, in Tunisia, come informa un comunicato della Guardia costiera italiana. «Quando ci siamo avvicinati - racconta Klaus Merkle, coordinatore Sar di Sos Mediterranee - il gommone era già sgonfio da un lato e c’erano persone in acqua. Alcuni avevano già perso conoscenza quando sono stati recuperati». Altri salvataggi sono stati fatti dai tedeschi di Sea-Watch e dalla nave Open Arms della Ong spagnola ProActiva. Quest’ultima ha recuperato oltre 300 migranti che erano su una barca in legno appesantita dal numero di persone e dall’acqua che stava imbarcando e li ha poi trasferiti su una nave militare. «Più imbarcazioni in pericolo in un’area di 265 km, lo dico per quelli che sostengono che noi facilitiamo il traffico di esseri umani», ha commentato il fondatore di ProActiva Opena Arms, Oscar Camps.
Fonte immagine RSI
Claudia Cavaliere