Migranti, naufragio con 700 morti: 18 anni di carcere al 'capitano' e 5 al mozzo
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CATANIA, 13 DICEMBRE - È stata emessa quest'oggi dal gup del tribunale di Catania Daniela Monaco Crea, la sentenza nei confronti dei due presunti scafisti del tragico naufragio avvenuto il 18 aprile dello scorso anno al largo della Libia nel quale morirono oltre 700 migranti. È stato condannato a 18 anni di reclusione il 'capitano' del barcone, il tunisino Mohamed Alì Malek, di 29 anni, e a cinque anni il suo 'mozzo', il siriano Mahmud Bikhit. I sopravvissuti al disastro furono 28, tra i quali anche due minorenni che si sono costituiti parte civile.
Quanto alle sanzioni pecuniarie, il giudice ha accolto le richieste dei pubblici ministeri Rocco Liguori e Andrea Bonomo che avevano chiesto un risarcimento da tre milioni di euro che il magistrato ha invece portato a 9,3 milioni, corrispondenti a circa 15mila euro per ogni vittima. Inflitte anche l'interdizione perpetua dai pubblici uffici e dall'esercizio della patria potestà come altre pene accessorie.[MORE]
I due imputati hanno sempre dichiarato la loro estraneità alla vicenda definendosi innocenti e semplici passeggeri dell'imbarcazione. Giudicati con il rito abbreviato, sono stati condannati per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, ma il ‘capitano’ è stato ritenuto colpevole anche dei reati di omicidio colposo plurimo e naufragio.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il sovraffollamento del barcone e le errate manovre del comandante ubriaco furono la causa della collisione con il mercantile King Jacob che era stato inviato per procedere alle operazioni di soccorso. A seguito del ribaltamento morirono 728 migranti. L'imbarcazione e i corpi delle vittime sono stati recuperati e trasportati poi nella base della Marina militare di Melilli e la vicenda resterà come il più grande disastro della storia dell'immigrazione.
Luigi Cacciatori
Immagine da marina.difesa.it