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PALERMO, 07 SETTEMBRE 2015 – Una nuova tragedia si è consumata al largo della Libia: secondo quanto riferito agli operatori del progetto Mediterranean Hope (finanziato dalla FCEI, Federazione delle chiese evangeliche in Italia) da alcuni dei 107 migranti superstiti, approdati ieri mattina a Lampedusa, il gommone su cui viaggiavano si sarebbe sgonfiato durante la traversata del Mediterraneo. [MORE]
Almeno venti extracomunitari – è questo al momento il bilancio delle vittime – sarebbero caduti nelle acque del Canale di Sicilia prima dell’arrivo dei soccorsi, coordinati dalla Centrale operativa della Guardia Costiera di Roma del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Gli altri naufraghi sono stati tratti in salvo da due unità della Guardia Costiera, dalla nave Dattilo coadiuvata da Sea Watch, quindi trasbordati sulle due motovedette CP302 e CP320.
Mentre continuano le ricerche dei dispersi in mare, ad opera della nave Dattilo, rimasta “in teatro di operazioni”, arriva la notizia del fermo di tre scafisti per lo sbarco di 327 migranti avvenuto ieri a Pozzallo, nel Ragusano. In particolare, tra loro, anche un uomo con il figlio minorenne (di 10 anni), al quale, come ha raccontato alla polizia di Stato, si era «offerto di fare il pilota», dal momento che non aveva «i soldi per farlo partire»; una scelta rischiosa e drammatica «per dare un futuro a mio figlio».
I migranti, tutti originari del centro Africa, sarebbero partiti su tre gommoni, secondo quanto ricostruito dalla Questura di Ragusa.
Domenico Carelli
(Foto: ragusa.gds.it)