Migranti: Consiglio europeo trova accordo sulla redistribuzione di 40.000
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BRUXELLES, 26 GIUGNO 2015 – Notte faticosa e movimentata a Bruxelles, sembrava impossibile raggiungere un accordo sulla redistribuzione di 40 mila migranti entro due anni. Il Consiglio europeo ha dovuto affrontare diverse diversi ostacoli e avversità esterni, ma alla fine è stato fatto “Un primo passo perché la politica dell’immigrazione sia europea”: queste le parole del presidente del Consiglio Matteo Renzi, a conclusione dell’incontro.
Momenti di forte tensione si sono avuti tra il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker che difendeva la propria proposta, cioè la riallocazione su base obbligatoria, e il presidente del Consiglio Ue, il polacco Donald Tusk, che sosteneva invece la linea dei Paesi dell’Est contrari all’obbligatorietà del meccanismo. Sulla questione è stato chiesto il parere giuridico dei servizi legali del Consiglio sul procedimento da applicare per l’approvazione delle conclusioni, se a maggioranza qualificata o con decisione consensuale. C’è voluta comunque una pausa per far calare la tensione, durante la quale il premier inglese David Cameron ha illustrato la tabella di marcia verso il referendum per la permanenza della Gran Bretagna nella Ue.[MORE]
Solo alla ripresa del Consiglio si è trovato un accordo, che prevede la redistribuzione tra i Paesi Ue, in due anni, di 40 mila richiedenti asilo sbarcati sulle coste di Italia e Grecia dal 15 aprile scorso. Nel testo finale è stato però aggiunto un riferimento al Consiglio europeo straordinario dello scorso 23 aprile, nel quale si faceva riferimento alla base volontaria, nel testo approvato inoltre non c’è nessun riferimento esplicito all’obbligatorietà. Entro fine luglio tutti i paesi dovranno concordare il numero di migranti da accogliere. Ungheria e Bulgaria saranno esclusi dalla redistribuzione, dal momento che accolgono già moltissimi migranti dall’Est e dalla Turchia. Inoltre, l’Europa accoglierà, insieme ai 40 mila, anche 20 mila persone dai campi profughi dei paesi terzi, stavolta su base volontaria. Un accordo alla fine “modesto”, come lo ha definito Juncker nella conferenza stampa finale, nella quale si lamenta anche per il “sonno, questo non è un modo di lavorare, non si prendono decisioni lucide”.
Molto critico è stato il premier Matteo Renzo, durante tutto il dibattito. “Se non siete d'accordo sui 40mila, non siete degni di chiamarvi Europa. Se questa è la vostra idea di Europa, tenetevela. O c'è la solidarietà o non ci fate perdere tempo", ha detto a un certo punto a chi non voleva appoggiare l’obbligatorietà del meccanismo.
Alla fine su Facebook commenta: "Alle tre del mattino, ma meglio tardi che mai: l'Europa accetta la redistribuzione di 40mila donne e uomini arrivati sulle coste nostre e greche. Un primo passo, certo. Non sufficiente a mio giudizio. Ma superiamo il principio del trattato di Dublino, sciaguratamente firmato in passato anche dall'Italia - spiega il premier - Un segno di solidarietà finalmente e la dimostrazione che l'Europa sta insieme per un ideale, non solo per dei valori economici. Certo: c'è ancora molto da fare, e lo faremo. Oggi vince l'Europa della solidarietà e perde l'Europa dell'egoismo: si cambia verso".
(foto dal sito www.strettoweb.com)
Michela Franzone