Mezzogiorno: il PIL tornerà ai livelli pre-crisi solo nel 2028
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ROMA, 28 LUGLIO – La Svimez, Associazione per lo sviluppo industriale del Mezzogiorno, ha presentato oggi le anticipazioni del rapporto 2017, che dipingono uno scenario desolante per la crescita economica del Sud Italia: con gli attuali ritmi, il Meridione recupererà i livelli di PIL precedenti alla crisi entro il 2028, un decennio dopo il Centro Nord.[MORE]
Si delineerebbe così un ventennio cosiddetto “a crescita zero”. Nonostante l’ultimo biennio abbia visto uno sviluppo maggiore da parte delle regioni del Mezzogiorno rispetto al resto d’Italia, queste restano infatti ancora intrappolate in una “spirale di bassi salari, bassa produttività e competitività, che si traducono in un minor benessere”.
Ad essere problematico, secondo Svimez, è lo sviluppo economico a livello nazionale, che stenta ancora a considerare il Sud del Paese un’opportunità. Solo in tempi più recenti, infatti, l’esecutivo ha adottato provvedimenti volti ad agevolare la crescita del Meridione, introducendo esoneri contributivi per le nuove assunzioni, strumenti agevolativi per l’ottenimento di prestiti e creando Zone Economiche Speciali in alcune aree.
Confrontando poi i dati del 2016 con quelli del 2017, si nota che nello scorso anno solare il Pil al Sud è cresciuto dell’1%, circa 0,2 punti percentuali più del resto d’Italia. Trend che tuttavia è destinato ad invertirsi tenuto conto delle previsioni per il 2017 e 2018, dove lo sviluppo del prodotto interno lordo del Mezzogiorno tornerà ad essere minore rispetto al Centro Nord.
In chiusura, sul versante occupazione si registra un aumento rispetto al 2015 di oltre 100mila unità: dato che, pur apparendo incoraggiante, nasconde un saldo di -380mila posti di lavoro rispetto al 2008, anno preso come riferimento pre-crisi. Si è inoltre accentuato il divario generazionale, con oltre un milione e 900mila giovani occupati in meno rispetto ad un decennio fa.
Paolo Fernandes
Foto: amanteaonline.it