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Oggi domenica 11 giugno, accompagnata dalla premier italiana Giorgia Meloni e il premier olandese Mark Rutter, la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen incontrano al palazzo presidenziale di Tunisi il presidente tunisino Kais Saied per discutere della crisi economica e della questione migratoria, a seguito dell'aumento dei flussi migratori nel Mediterraneo a cui Roma ha risposto dichiarando lo stato di emergenza. Secondo i dati ufficiali del ministero dell'Interno, dall'inizio dell'anno sono oltre 53.800 i migranti che hanno raggiunto l'Italia su barconi - nello stesso periodo dell'anno scorso erano stati circa 21.700. Secondo l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), la maggior parte dei migranti registrati in Italia proveniva dalla Tunisia.
Il portavoce della Comunità Europea Eric Mamer, in una conferenza stampa ha annunciato che la missione verterà sulle relazioni bilaterali tra Tunisia e Ue e su un accordo di cooperazione in materia economica, energetica e migratoria, anche se ha precisato che questo documento non è ancora validato.
La Tunisia ha assistito all’arrivo di un numero crescente di migranti africani arrivare dalla vicina Libia e ha chiesto aiuto economico. L'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico afferma che la Tunisia sta vivendo la peggiore crisi degli ultimi tempi, con carenza di generi alimentari e con un'inflazione che si aggira intorno all'11% . L'Unione Europea nei mesi precedenti ha molto discusso su come compiere passi avanti per stabilizzare il Paese di fronte al deterioramento economico e sociale che ha causato anche un aumento dell'immigrazione clandestina attraverso il Mediterraneo centrale.
Oltre alla crisi politica, la Tunisia soffre anche di uno stato di soffocamento finanziario che venerdì ha portato l'agenzia di rating Fitch a declassare il rating del credito tunisino a 'junk bond' (titoli spazzatura), un nuovo colpo all'economia in degrado del Paese nordafricano, in questo momento bloccato nelle trattative finali con il Fondo Monetario Internazionale (FMI) per ottenere un prestito indispensabile per una futura ripresa. Fitch sostiene che il declassamento "risponde all'incertezza che circonda la capacità della Tunisia di mobilitare fondi sufficienti per coprire l'enorme fabbisogno finanziario che deve soddisfare". Nello specifico, l'agenzia prevede che il governo tunisino avrà bisogno di finanziamenti pari al 16 per cento del Pil nel 2023 (circa 7,5 miliardi di euro) e al 14 per cento nel 2024 (circa 7,3 miliardi di euro) "ben al di sopra della media del 9 per cento registrata tra il 2015 e il 2019".