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ROMA, 16 FEBBRAIO- Si conclude oggi uno dei casi più gravi di pedofilia che ha colpito la Chiesa negli ultimi anni. Soggetto di tale reato è Theodore Edgar McCarrick, arcivescovo emerito di Washington, accusato di sollecitazione in confessione e violazione del Sesto comandamento del Decalogo con minori ed adulti, il tutto aggravato dall’abuso di potere.
Gli atti compiuti da McCarrick sono stati messi in luce da un’inchiesta del New York Times che ha evidenziato le svariate accuse contro l’arcivescovo tra il 1994 ed il 2008, eventi di cui la Chiesa era accorrente da decenni.
Lo scorso luglio il clerico rinuncia al ministero pubblico, diventando il primo cardinale ad essersi dimesso durante il pontificato di Papa Francesco il quale ha accettato la decisione di McCarrick obbligandolo a restare in una casa indicata “per una vita di preghiera e penitenza” fino alla fine del processo penale a suo carico. L’11 gennaio 2019 il Congresso della Congregazione per la Dottrina della Fede dichiara l’arcivescovo colpevole, imponendogli le dimissioni dallo stato clericale. Contro tale decisione McCarrick ha presentato ricorso alla Sessione Ordinaria della Congregazione per la Dottrina della Fede, procedimento conclusosi il 13 febbraio con la conferma della pena.
Oggi il Santo padre ha riconosciuto tale decisione come res iudicata, ovvero definitiva a norma di legge e non suscettibile di ulteriore ricorso.
Per la storia della Chiesa è il primo caso in cui un cardinale viene “spretato”.
Ludovica Portelli