Manovra finanziaria: ok anche a stretta anti-delocalizzazione call center
Economia Lazio

Manovra finanziaria: ok anche a stretta anti-delocalizzazione call center

venerdì 15 dicembre, 2017

ROMA, 15 DICEMBRE – È ripresa questa mattina, presso la Commissione Bilancio della Camera dei Deputati, la maratona di voto sugli emendamenti alla manovra economica in sede di definizione. Fra i temi posti sotto la lente d’ingrandimento, vi era anche l’argomento call center, oggetto del discusso comma 618-bis dell’art. 1 del testo del ddl bilancio già approvato al Senato grazie ad un emendamento proposto dal Governo. [MORE]

La norma in questione avrebbe esonerato i call center interni alle imprese dagli obblighi di iscriversi al registro degli operatori di comunicazione e di dichiarare, ad inizio telefonata, l'ubicazione geografica dell'operatore. Sul punto, la Commissione Bilancio di Montecitorio ha dal canto suo approvato una serie di altri contro-emendamenti che in sostanza imporrebbero a tutte le società, anche quelle che non esternalizzano, il ripristino della dichiarazione di inizio chiamata con l’informativa sul luogo dal quale arriva la telefonata. Il passo indietro sul regime speciale accordato ai call center d'impresa era stato fortemente richiesto, tra gli altri, dall’On. dem Dario Ginefra, firmatario di uno degli emendamenti in questione, nell’obiettivo di non privare gli utenti della possibilità di conoscere l’ubicazione dell’operatore telefonico. Sulla stessa linea erano poi anche i sindacati, concordi nel chiedere una correzione di rotta per non mettere in discussione tutto l'impianto normativo costruito per arginare le delocalizzazioni dei call center.

Tra le altre modifiche approvate oggi in Commissione, vi è la proroga di un anno degli studi di settore: i nuovi indici sintetici di affidabilità fiscale (Isa), che avrebbero dovuto prenderne il posto, si applicheranno non più a partire dal periodo d'imposta 2017, ma a decorrere dal periodo d'imposta in corso al 31 dicembre 2018, in altre parole dal 2019. Un altro emendamento (targato PD) varato dalla Quinta Commissione è poi quello che rafforza il ruolo della Sose (Soluzioni per il Sistema Economico Spa, società che svolge proprio il ruolo di elaborazione degli studi di settore, oltre che altre attività di studio e ricerca in materia finanziaria), prevedendo un allentamento dei vincoli per le assunzioni nella società e maggiore libertà nel procedimento amministrativo di coordinamento delle sue attività. In vista della prossima fatturazione elettronica, a regime dal 2019, nuovi compiti saranno assegnati alla Sose riguardo la revisione e reingegnerizzazione integrata dei processi fiscali e delle connesse procedure informatiche, da realizzare in collaborazione con le competenti agenzie fiscali, con l'obiettivo della maggiore semplificazione ed efficienza.

Infine, tre nuovi emendamenti puntano a modificare le 5 principali scadenze del calendario fiscale. Per la precompilata si prevede un termine unico fissato al 23 luglio, eliminando la tappa intermedia del 7 luglio entro la quale si dovrebbe attualmente trasmettere almeno l'80% dei modelli. Il termine per il 770, inoltre, comunque spesso soggetto a proroghe, verrebbe spostato dal 31 luglio al 31 ottobre. Ancora, “Redditi”, il vecchio “Modello Unico” e la dichiarazione Irap slitterebbero dal 30 settembre al 31 ottobre, mentre lo Spesometro passerebbe dal 16 settembre al 30 settembre. È prevista invece per domani la discussione sul pacchetto di emendamenti alla webtax che sarà presentato dal Presidente, Francesco Boccia, proponendo altre misure collegate all'impatto del digitale sull'economia.

 

Francesco Gagliardi

 

Fonte immagine: parlamentonews.it


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