Mafia Capitale,parla Carminati: "La guerra non è ancora finita"
Cronaca Lazio

Mafia Capitale,parla Carminati: "La guerra non è ancora finita"

venerdì 31 marzo, 2017

ROMA, 31 MARZO – Continua a parlare Massimo Carminati, nel secondo giorno di esame, dall'aula bunker di Rebibbia per il processo Mafia Capitale. E come annunciato prima di iniziare l’interrogatorio, non parlerà solo del processo sulle infiltrazioni mafiose nella Capitale, racconterà storie ben più vecchie e conosciute: "Della Banda della Magliana io ero amico di Franco Giuseppucci. Abitava a 50 metri da casa mia. Ci conoscevano da ben prima della banda. Io facevo politica e anche lui era vicino politicamente a me. Per me era un amico ma sia chiaro: non c'è nessuna proprietà transitiva. Anche gli altri li conoscevo ma non c'erano rapporti con loro. Erano bravi ragazzi". [MORE]

Prosegue il racconto su quei bui anni romani: "L'agenzia del crimine, come è stata definita la Banda della Magliana, non esisteva. Anche il capitano del Ros lo ha detto. Uno può raccontare tutte le favole che vuole. La vita è vita, il romanzo deve nutrire la mente della gente nel tempo libero. È intrattenimento".


E a proposito del particolare coltello katana, scopertosi un regalo dell’ex consulente Finmeccanica, Lorenzo Cola, ironizza: "Serve a sfilettare il tonno, è scritto nell'expertise. Mi voleva prendere in giro per Romanzo Criminale e i libri fatti su di me"


L'ex Nar è tornato ancora una volta sul suo passato quando l'avvocato gli ha chiesto di spiegare il senso delle sue intercettazioni relative alla vicenda della Banda della Magliana. "Non è una novità che ero in guerra e a quanto pare la guerra con il mondo non è finita, come vede sono l'unico al 41 bis in attesa di giudizio. Io posso stare solo contro tutti, non ho paura".


Del giorno in cui fu ferito in una sparatoria con la Digos, il 21 aprile del 198, ricorda: "Sono stato ferito in un appostamento. Ci hanno sparato come cani, sulla macchina sono stati trovati 145 colpi. Ci hanno sparato e basta, io ero dietro in macchina non sono neanche sceso".

Quando si entra nel vivo dell’inchiesta su Mafia Capitale, Carminati dice: "Se Buzzi avesse dato dei soldi ad Alemanno me l'avrebbe detto sicuramente. Ma non è così. Buzzi mi avrebbe chiamato la notte per dirmi: 'Guarda che quel pezzo di m.... Si prende i soldi'. Io Antonio Lucarelli non l'ho mai conosciuto, l'ho visto per la prima volta due settimane fa quando ha testimoniato".


Carminati si è soffermato anche sul suo rapporto economico con Buzzi: "Io ho messo 400mila euro per il campo nomadi. I soldi mi arrivavano dalla mia provvista che avevo con Eur spa. I pagamenti che mi entravano con l'Eur li ho girati per il campo nomadi".

A far entrare in affari Buzzi e Carminati nei lavori con Eur spa, secondo il ras delle coop, era stato l'ex ad Riccardo Mancini, che gli aveva chiesto di lavorare con lui, ma ha con forza affermato di non aver avuto una parte attiva nell’affare, ma di averci solamente guadagnato


Poi si rivolge agli uomini del Ros. "É stata fatta una porcheria nei miei confronti da parte del Ros. Io non ho mai minacciato Seccaroni: lo conoscevo e mi ha preso in giro, tanto che ho smesso di parlarci. E poi me lo trovo qui a dirmi che l'ho minacciato e che volevo bruciargli il negozio maper favore. Il Ros lo sapeva bene - ha detto - adesso venite qua testa a testa se mi volete fottere".


Maria Minichino


(fonte immagine repubblica.it)


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