Ma la verità può essere un fatto di maggioranza?
Fantasticherie del cuore Calabria Catanzaro

Ma la verità può essere un fatto di maggioranza?

domenica 17 febbraio, 2019

Il discorso della montagna mostra la vera faccia della vita che ognuno dovrebbe conoscere, per non vivere fuori dall’oggettività della Parola e governare con saggezza gli eventi naturali attorno. Perché allora il mondo ascolta il vangelo come se fosse un libro straordinario solo fino al momento della sua lettura in chiesa? Come si fa poi ad ignorarlo completamente all’uscita di una qualsiasi funzione? Che fine fanno la sua ricchezza socio-spirituale e la sua fonte di acqua viva? Cosa scatta nella testa delle persone? Come si fa a non accorgersi senza Dio delle debolezze che si acquisiscono e delle virtù che si perdono?

Eppure in Luca cap. 6 tra l’altro leggiamo: “Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio. Beati voi che ora avete fame, perché sarete saziati…...; Ma guai a voi, ricchi, perché avete già la vostra Consolazione; Guai a voi che ora siete sazi, perché avrete fame…..”. Questi opposti suoni soprannaturali, così eloquenti, penetranti e descrittivi, sembrano morire nella testa dell’uomo, attento solo a proclamare ad ogni occasione il suo ruolo terreno.

Uno dice di essere il professore; l’altro il carpentiere; l’altro ancora il commercialista, senza dimenticare l’avvocato, il medico, l’artigiano, il notaio, l’agricoltore, ma anche l’autista, la dirigente; la salumiera; la parrucchiera, la stilista, la cantante di Sanremo o di altro, ecc. Sorgono spontanee a questo punto delle domande forse un po’ banali, ma del tutto pertinenti che, a mio avviso, possono essere accumunate ad ognuna delle professioni appena elencate.

Un professore per caso insegna meglio se vocato alle beatitudini o se ancorato ai suoi peccati? Il legislatore redige meglio le leggi se avanti nella conversione o se sazio e irriverente dall’alto della sua posizione sociale?  La capacità, per tutti coloro qui elencati, di ben sovrintendere le proprie cose e tenere il rapporto con gli altri nella giustizia e nell’equità, è più facile se sintonizzati con il perimetro finito del mondo o con i segni soprannaturali che precedono il tutto?

Ci sono due mondi chiari, uno con le sue benedizioni che fortificano l’uomo e l’altro con le sue maledizioni che lo rovinano. La scelta è sempre personale. Il mondo di Cristo o quello degli uomini? Chiede infine l’uomo di Dio! Ma come si fa a pensare di essere dei titolati sociali e non aver nulla a che fare con il mondo della preghiera, della Parola, del Figlio dell’uomo, della Vergine Madre di Dio? Per essere in linea con il vangelo serve quindi essere soltanto ammalati, sfigati, falliti, rottamati, azzoppati, disoccupati, accidentati, insomma dei poveri disgraziati? 

Se qualcuno pensasse veramente una cosa del genere, sentendosi magari parte di un pensiero preminente, si andrebbe a mortificare dal di dentro la purezza della mente umana! Poveri o ricchi, eleganti o trasandati per ognuno c’è la possibilità di trovarsi dalla parte redimente delle beatitudini, se capaci di non cadere ai piedi dei tanti predatori di anime. Il punto centrale di ogni cosa sta comunque nel senso primario del primo interrogativo posto in apertura.

Perché l’uomo si vergogna di essere un cristiano alla luce del sole? Per quale motivo è normale per lui vestirsi di una qualsiasi identità antitetica alla sua, recitando persino una parte lesiva della sua profondità interiore? Possibile che anche in questa dimensione la massa attrae e detta le regole? Ma la verità può mai essere definita dalle maggioranze di turno, così come già succede con alcuni diritti fondamentali dell’uomo? Se si le minoranze rimangono bugiarde fino ad una loro possibile vittoria?

Le risposte stanno nel fatto che l’uomo oggi si vergogna di essere cristiano e di vivere da vero credente. Ha paura della maggioranza numerica che sta nei bar, per strada, tra gli amici, in famiglia, in parlamento, in mezzo alla gente che non vuole percepire in autonomia il vangelo. È una vera disfatta a cui prima o poi si dovrà mettere mano per rilanciare l’umanità guardando al mondo terreno dal balcone del soprannaturale, non per scappare dalla realtà, ma per indirizzarla nel bene.

Tutto questo non grazie al gioco delle maggioranze e delle minoranze, ma alla forza terrena e celeste della conversione che libera l’uomo; difende la sua dignità; rimette al centro della storia le sue funzioni di pace e di giustizia sociale, oggi seriamente compromesse.

Egidio Chiarella

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