Lombardia, Confcommercio: «L'illegalità costa 3 miliardi di euro l'anno»
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MILANO, 11 NOVEMBRE 2013 - «In Lombardia l'illegalità costa 3 miliardi di euro», questo è il triste dato confermato da Confcommercio Milano, nel corso della Giornata nazionale di mobilitazione ‘Legalità, mi piace’, « uno slogan che richiama lo stile dei social network ed è indirizzato specialmente ai giovani. Un ‘link’ non casuale, dato che sempre più spesso i giovani fanno acquisti online con la convinzione di poter risparmiare», ha affermato Massimo Torti, Segretario Generale Federmoda, puntualizzando: «Ma anche la rete può nascondere molte insidie».
Come, purtroppo, i dati evidenziano - tra abusivismo commerciale e contraffazione - i i fenomeni di illegalità sono in aumento: «Nel 2013, secondo un'indagine realizzata in collaborazione con Format Research, il commercio illegale sottrarrà alle imprese 1,6 miliardi di euro mettendo a rischio diecimila aziende e trentacinquemila posti di lavoro e generando minori entrate fiscali e contributive per lo Stato».
A tal riguardo, Mario Peserico, responsabile di Confcommercio Milano, Lodi Monza e Brianza per sicurezza, contraffazione e abusivismo: «Chiediamo tolleranza zero nei confronti di abusivismo e contraffazione. Ciò di cui abbiamo bisogno è un maggior presidio del territorio, l’utilizzo diffuso delle telecamere e l’impiego rafforzato dell'esercito nei presidi fissi in modo da alleggerire i compiti delle forze dell'ordine che potrebbero così concentrare la loro azione operativa». In particolare, Peserico sottolinea che «è necessario puntare anche su campagne di informazione e sensibilizzazione, a cominciare dalle scuole, affinché si possano aiutare soprattutto i consumatori più giovani a capire che cosa c’è dietro a un acquisto che può sembrare del tutto normale».
Infatti, secondo quanto è emerso dagli approfondimenti fatti da Confcommercio per il 44,7% dei lombardi l'acquisto dei prodotti illegali o l'utilizzo di servizi irregolari, è qualcosa di normale. Addirittura, per qualcuno, è un mezzo per affrontare le difficoltà economiche. Tuttavia, così facendo, non si rendono conto che spesso, questi acquisti illegali, si traducono in rischi per la salute.
Conclude Peserico, «L’indifferenza è la prima forma di rassegnazione. E noi non ci vogliamo rassegnare. Per questo ci impegneremo da subito a lavorare a stretto contatto con le istituzioni, partendo con una serie di audizioni presso il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica. E stiamo rilanciando il progetto sulla tracciabilità del ‘made in’ a livello europeo».
(Fonte: Agi)
Rosy Merola [MORE]