Lodi, arrestato funzionario Asl: permessi sanitari dietro tangenti
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LODI, 09 LUGLIO 2013 - Arrestato dagl’uomini della Guardia di finanza di Lodi, un ispettore della Asl locale con l'accusa di concussione per induzione. Infatti, secondo le ricostruzioni degl’inquirenti, il funzionario Asl, avrebbe chiesto dei ''rimborsi'' in denaro contante, in cambio dell'autorizzazione sanitaria all'esercizio commerciale. L’uomo è risultato complice di altri due colleghi, che erano già stati precedentemente arrestati.
Come puntualizza una nota: «L'arresto - effettuato in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Lodi su richiesta della locale procura della Repubblica - e' stato eseguito dai militari mentre il funzionario - in forze al Servizio igiene alimenti e nutrizione (Sian) - si trovava nel suo ufficio della Asl di Lodi». [MORE]
Nello specifico, l'operazione di Polizia farebbe parte di un filone investigativo finalizzata alla repressione degli illeciti perpetrati ai danni della Pubblica amministrazione e della Spesa pubblica. Grazie alla suddetta indagine, le Fiamme gialle erano riuscite di arrestare in flagranza di reato e sempre per concussione, altri due ispettori della stessa Asl, impiegati presso il medesimo Sian. In base alle indagini – in particolare – sarebbe emerso che tutti e tre gli ispettori - incaricati di controllare che ristoranti, rosticcerie, bar, pasticcerie e esercizi simili rispettassero la normativa relativa alla somministrazione di alimenti e bevande - avevano preso l’abitudine di '«convincere' i titolari a effettuare 'rimborsi' per mezzo di denaro contante a fronte della consegna di documenti previsti dalla normativa sanitaria, che gli esercenti avrebbero dovuto compilare e che i funzionari si offrivano di procurare».
Senza la suddetta documentazione, gli esercenti sarebbero andati incontro ad importanti sanzioni pecuniarie che gli ispettori avrebbero potuto irrogare e che gli imprenditori avrebbero dovuto pagare. Inoltre, l’adesione a tale sistema ''rimborsi spese'', avrebbe preservato gl’imprenditori da futuri e reiterati controlli sia da parte dei tre funzionari che, tra le altre cose, si erano sparti il territorio lodigiano creando quelle che, come sottolineano i finanzieri, «si potrebbero a ragione definire come autonome riserve di caccia».
(fonte: Asca)
Rosy Merola