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LOCRI, 7 APRILE - 800 studenti del professionale e dell’artistico di Locri questa mattina hanno trovato i sigilli all’ingresso delle loro scuole, chiuse per abuso edilizio. Dopo le scritte contro don Ciotti che hanno imbrattato i muri di Locri, il comune è di nuovo al centro della cronaca italiana. Quindici persone sono state raggiunte da misure cautelari con l’accusa di aver favorito il clan Cordì. Un provvedimento restrittivo è stato consegnato anche a Salvatore Calabrese, padre del sindaco Giovanni, accusato di aver firmato il collaudo dei due istituti che in realtà non c'è mai stato.[MORE]
L’Istituto Statale d’Arte 'Panetta' e l'istituto Professionale Statale per l’Industria e l’Agricoltura sono quindi finite sotto sequestro perché prive della documentazione e dei certificati relativi alla congruità all'uso.
Non si sa per quanto tempo resteranno chiusi i due istituti, tutto dipende dall'esito dei controlli di sicurezza ordinati dalla procura. "Siamo in attesa di avere notizie dalla Provincia. È un problema di competenza della Città Metropolitana, devono risolverlo loro", fa sapere il sindaco di Locri, Giovanni Calabrese. Da quanto è trapelato le due scuole resteranno chiuse fino a metà mese e forse riapriranno dopo Pasqua. Il sospetto è che uno dei due edifici sia stato costruito con calcestruzzo 'depotenziato': per questo sono necessari dei test complessi per verificarne la sicurezza.
"La costruzione degli edifici risale al 2004-2005.Nonostante con vari pretesti sia stato rinviato il deposito della documentazione necessaria, come i certificati di collaudo o di agibilità, la Provincia ha proceduto all’acquisto di un edificio e alla locazione di un altro" ha spiegato il procuratore capo della Dda, Federico Cafiero de Raho . L’affitto del secondo immobile è stato rinnovato per anni, senza che nessuno si preoccupasse di verificarne le condizioni. Circostanze che hanno indotto gli inquirenti a chiedere e ottenere il sequestro delle due scuole.
Dall'indagine sono emerse collusioni tra soggetti appartenenti a varie Amministrazioni pubbliche, come il Comune di Locri e la Provincia di Reggio Calabria, e soggetti contigui ad ambienti al clan Cordì. In base a quanto rivelato da collaboratori come Domenico Oppedisano, alcuni dei professionisti delle ditte impegnate nella costruzione degli edifici sarebbero legati a doppio filo al clan Cordì. In mattinata, i carabinieri hanno eseguito anche sequestri per 12 milioni di euro.
Maria Minichino
(fonte immagine larivieraonline.it)