Locri: Casa circondariale sovraffollata e carente di personale
Cronaca Calabria

Locri: Casa circondariale sovraffollata e carente di personale

mercoledì 20 aprile, 2011

20 aprile, Locri (RC) -  Il S.A.P.PE. (Sindacato Autonomo della Polizia Penitenziaria) il più rappresentativo della categoria, con 11.000 iscritti a livello nazionale e oltre 700 nella Regione Calabria, ha inviato nei giorni scorsi un missiva al Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria dott. Franco Ionta per denunciare la carenza di personale ed il sovraffollamento che interessano la Casa Circondariale di Locri (RC). Nella nota, secondo quanto riferito dai rappresentanti del Sappe Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto, e Damiano Bellucci, segretario nazionale, si evidenzia che la Casa Circondariale di Locri soffre una consistente carenza di personale particolarmente aggravatasi negli ultimi tempi.[MORE]Attualmente nella C.C. di Locri sono ristretti circa 190 detenuti di varie etnie, a fronte di una capienza regolamentare di 83 detenuti e tollerabile di 142. L’organico di Polizia Penitenziaria è ulteriormente sceso a 85 unità, ma quelle in servizio se si escludono i distaccati in altre sedi, quelli in aspettativa a lungo termine, non supera le 55 unità. Il personale di Polizia Penitenziaria effettivamente presente è assolutamente insufficiente e nonostante la buona volontà e lo spirito di sacrificio, in mancanza ormai di ogni logica gestionale dei turni e dei posti di servizio, spesso sacrificando la propria vita privata e la famiglia, non riesce più garantire la sicurezza minima dell’istituto. Quotidianamente molti posti di servizio vengono scoperti, altri vengono accorpati per poter sopperire alle continue problematiche. Il nucleo traduzioni, ridotto ormai a 8 unità, compresi coordinatore e vice, deve fronteggiare le traduzioni con solo 2 furgoni adibiti al trasporto dei detenuti; spesso in casi d’urgenza, per tradurre i detenuti vengono utilizzate le autovetture, più volte si è fatto ricorso all’organo superiore per l’invio in missione di personale da altri istituti, ma sempre con esito negativo. La carenza di personale è diventata talmente grave che se nei prossimi mesi non vengono presi seri provvedimenti non si potrà nemmeno programmare e garantire il piano ferie al personale, ormai stremato e stanco di mendicare il diritto di dedicare del tempo alla famiglia, senza essere continuamente richiamati in servizio. I rappresentanti del SAPPE hanno, infine, evidenziato la necessità di un immediato intervento, onde evitare la totale paralisi dell’istituto penitenziario della Locride. La situazione di sovraffollamento e di carenza di personale della casa circondariale di Locri, purtroppo, come più volte denunciato da questa O.S., non è diversa da quella degli altri istituti penitenziari della provincia reggina e della Calabria più in generale, dove le difficoltà aumentano quotidianamente. Infatti, a Reggio Calabria c’è una sezione femminile dove il personale non è assolutamente sufficiente per garantire il servizio. I detenuti presenti nelle 12 strutture penitenziarie della regione al 31 marzo scorso erano 3.266 di cui 787 stranieri e 55 donne ristrette negli istituti penitenziari di Castrovillari e Reggio Calabria, gli unici due istituti della regione che hanno una sezione femminile. In particolare a Castrovillari ci sono 290 detenuti; a Catanzaro 640; a Cosenza 350; a Lamezia Terme 85; a Laureana di Borrello 50; a Locri 190; a Palmi 285; a Paola 260 ; a Reggio Calabria 330; a Rossano 350; a Vibo Valentia 430. Alcuni di questi istituti registrano un tasso di sovraffollamento tra i più alti nel Paese, come per esempio Lamezia Terme che continua ad essere, in percentuale, il più sovraffollato d’Italia. Proprio questa mattina la segreteria generale ha inviato ai vertici del Dipartimento una lettera per evidenziare la grave difficoltà operativa dell’istituto lamentino. Complessivamente la Calabria risulta essere una delle regioni con il maggiore indice di sovraffollamento rispetto alla capienza regolamentare prevista. Va detto anche che la recente entrata in vigore della legge 199 del 2010 che permette l’espiazione delle pene inferiori a 12 mesi presso il proprio domicilio ha permesso al 31 marzo l’applicazione a 69 soggetti che si trovavano nelle carceri calabresi. Bisogna inoltre ricordare che in Calabria circa 1000 detenuti appartengono alla criminalità organizzata, quindi al circuito alta sicurezza, per i quali è richiesto l’impiego di un maggior numero di agenti.


Autore
https://www.infooggi.it - Il Diritto Di Sapere

Entra nel nostro Canale Telegram!

Ricevi tutte le notizie in tempo reale direttamente sul tuo smartphone!

Esplora la categoria
Cronaca.