Lo Spirito Santo e il vuoto della Storia
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La nuova edizione di “Troppa Terra E Poco Cielo” su Padre Pio TV è iniziata con un tema affascinante e di grande attualità. Quanto trattato deve far riflettere ognuno, al di là del suo ruolo pubblico o privato. Invocare su di sé la grazia dello Spirito è cosa necessaria, ma anche elemento inconfondibile nel guidare ogni processo dell’uomo sulla strada dell’armonia sociale e spirituale. Ciò che si produce all’esterno in qualsiasi ambito della comunità ha le sue radici nel vissuto interiore di uno o più soggetti. I possibili risultati alterati, in prima fila nel spingere la società nella paura e nell’inerzia, non sono altro che lo specchio di un vuoto dell’anima, ormai rottamata come qualsiasi condizione pubblica o figura umana messe al bando. Senza Spirito Santo diventa difficile annientare le “raffinate” tentazioni quotidiane che tendono a spingere l’essere umano sempre dalla parte opposta, dove prima o poi si cade e si fanno cadere gli altri.[MORE]
Gesù stesso che potremmo definire Il “tentato” per eccellenza, ebbe bisogno dello Spirito per portare a termine quanto il Padre gli aveva chiesto di fare. Gli apostoli cambiano la loro vita dal momento in cui nel cenacolo si posa su di essi lo Spirito del Signore. Da quel momento nessuno avrebbe potuto interrompere l’opera del Messia in ogni gesto da loro compiuto. Leggiamo in Giovanni:“Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi”. Detto questo, soffiò e disse loro: “Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati”. Non ci troviamo dinnanzi ad un racconto qualsiasi. Siamo invece pienamente nel cuore di un “trasferimento divino” che cambia radicalmente la coscienza dell’uomo e si proietta interamente sulla storia dell’umanità.
Oggi il vero cristiano deve continuare questo cammino eterno, per non far avanzare un mondo proiettato unicamente verso il fascino del potere fine a sé stesso, causa di molti mali in ogni campo delle attività sociali, economiche e politiche. Come può l’uomo, svuotato dentro da ogni legame con lo Spirto Santo, guidare quei processi, piccoli o grandi che siano, necessari a qualificare l’esistenza umana? Come muoversi in questi confini per salvaguardare la dignità del singolo e il decoro etico e sociale di una qualunque comunità? Senza lo Spirito è possibile seminare ovunque il vangelo?
La risposta a questi interrogativi è presente in modo chiaro nelle parole di Gesù rivolte ai suoi discepoli quando, preparandoli in vista della loro missione su tutta la terra, raccomandò ad ognuno di aspettare prima la venuta dello Spirito Santo sopra di sé.
Ci troviamo dinnanzi ad un invito celeste che rimane attuale. Il rischio è quello altrimenti di “seminare” in mezzo agli altri un vangelo del tutto personale, non rispondente alla profondità della buona notizia tramandatoci da Matteo, Marco, Luca e Giovanni. I campanelli d’allarme, capaci di indicare quanto l’uomo abbia sostituito il vangelo di Cristo con quello personale, sono purtroppo molto frequenti. Si pensi a chi coltiva vizi, pensando di essere in armonia con le tendenze più accreditate dalla società odierna o a chi sa di essere nel peccato, ma non cerca lo stato di grazia per cambiare e rinnovare la sua vita! Non è quindi una cosa fuori dal mondo, specie se credenti, avere la forza e la gioia dello Spirito Santo per poterla ricordare e mettere a frutto. Un dovere ontologico che impedisce alla Storia di svuotarsi, mettendo in sicurezza l’umanità.
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