Libia, Onu lancia allarme: crisi umanitaria

Eleonora Ranelli
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LIBIA, 20 AGOSTO - Sembra non finire più il caos della Libia, che, a sei anni dalla caduta del governo del tiranno Muhammar Gheddafi, è ancora nel disordine più totale.
Nell’allarme lanciato recentemente dall’inviato libico dell’Onu Martin Kobler, egli denuncia: “oltre 2,4 milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria”, lamentando il fatto che "manchino medicine, vaccini ed i servizi ospedalieri siano pessimi. Oltre 300.000 bambini non vanno a scuola e quasi 350.000 libici sono sfollati nel Paese".[MORE]


Già lo scorso aprile il generale militare Paolo Serra, nonché consigliere militare di Kobler, al Comitato Schengen aveva dichiarato: “In Libia ci sono un milione di potenziali migranti. Aiutando il Paese a ricostruire il tessuto economico, agricolo, industriale, queste persone non avranno più ragione di muoversi”, evidenziando sia l’aumento delle partenze nell’ultimo anno, sia i numeri dell’estrazione petrolifera in Libia, che sono scesi da 1,8 milioni a trecentomila barili al giorno, con un conseguente danno per i lavoratori del settore.


Il generale Serra aveva sottolineato come la presenza di flussi migratori potesse significare “una minaccia alla sicurezza: all’interno potrebbero esserci infatti cellule dormienti. […] Solo a Tripoli ci sono 41 milizie: 4.000 uomini sono passati dalla parte del futuro governo di al Sarraj, mentre 2.000 sono fedeli al precedenti organismo. La sfida del futuro è quella di creare un esercito ed una polizia veramente statuali. Ci saranno aree di addestramento e si cercherà di riassorbire le milizie in forze armate normali, nonché di facilitare l'ingresso di nuovi ragazzi e ragazze che vogliono partecipare alla nuova Libia. […] Ci sono due entità: il Lybian national army del generale Haftar a Tobruk ed il governo di Tripoli. È un problema politico che devono risolvere i libici: da una parte Haftar si dice disponibile ad avere cariche nel futuro Governo, dall'altra i sostenitori del nuovo Governo dicono che lui non dovrà avere cariche".


Il pericolo era ancora maggiore se si considerava che: “Fonti aperte statunitensi riportano un incremento della popolazione Isis da 3000 a 6000 persone anche se non ci sono evidenze che lo confermano" aveva annunciato Serra, e poi: "non ci sono prove che l'Isis partecipi allo sfruttamento del traffico dei migranti”.


Il generale aveva riportato poi i numeri dei migranti approdati sulle coste Italiane, dando anche un pronostico: "Nel 2015 i migranti dalla Libia all'Italia furono 120mila. Nel mese di gennaio 2016 i migranti sono aumentati dai 3mila dell'anno precedente a 5200. Se le cose continueranno così, possiamo immaginare che nel 2016 avremo circa 250mila arrivi dalla Libia".


E proprio in questi giorni Kobler ha lanciato un’emergenza che riguarda indirettamente l’Italia, perché oltre 270 000 migranti vivono in condizioni di miseria e sono potenziali vittime del traffico di esseri umani, i cui aguzzini li spingono con ogni mezzo verso le coste italiane.

(foto da www.fanpage.it)

Elenora Ranelli

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Scritto da Eleonora Ranelli

Giornalista di InfoOggi

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